Lei è Elisabetta. Vive in Emilia Romagna. Ha un compagno con cui sogna una famiglia. È il 2012. Elisabetta è incinta. La gravidanza va a gonfie vele, la piccola Agata nasce sana e forte. Elisabetta non vuole essere una mamma apprensiva, ma la sua bimba muove le gambe in modo strano, strabuzza gli occhietti, il suo corpicino è scosso da tremori. Corrono in ospedale. I medici azzardano un’ipotesi. Epilessia, forse dovuta a una malattia genetica. Elisabetta impallidisce. Il futuro che aveva immaginato per la sua bambina non esiste più. Non può accettarlo. Gira tutti gli specialisti d’Italia, prova ogni tipo di farmaco. Intanto Agata cresce, è una bimba solare. Le crisi però si fanno più frequenti, e non c’è terapia che tenga. Tremore dopo tremore, Agata non si regge più in piedi, i suoi occhi sono spenti, è svuotata di tutto. Elisabetta osserva impotente e disperata. Si trascina nell’ultimo ospedale. Non si aspetta nulla, ma per la prima volta la visita è chiara, esaustiva. Non le danno risposte, solo una certezza. Qualunque cosa abbia sua figlia, dovrà conviverci per tutta la vita. Elisabetta è devastata. Era sicura che Agata sarebbe guarita, che era solo questione di tempo. Si concede un pianto. Urla, butta fuori tutto. Si sente sconfitta, ma anche più leggera. Torna a casa. Abbraccia la sua bambina. Non vede più un problema da risolvere, ma nuove e infinite possibilità. Elisabetta prende dei colori. Tesoro, ti va di provare? Agata intinge il dito nella pittura. Il colore scivola sulle mani, imbratta la tela. Gli occhi di Agata si illuminano, si riempiono di vita. Oggi Agata ha 9 anni. Non parla, non cammina, ogni tanto si irrigidisce, rivolta gli occhi per attimi che sembrano infiniti. Poi si rialza, e riparte. Va a scuola, ha tanti amici, adora la sorellina nata da poco. Elisabetta è orgogliosa. Quella piccola forza della natura le ha insegnato a guardare oltre i limiti, a rendere l’impossibile, realtà. Organizza mostre, espone i quadri di sua figlia. Si batte perché un giorno Agata posso essere indipendente, e vivere serena della sua arte.
Lei è Elisabetta
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