Lei è Eleonora. Lei è di Bagnoli, Padova. Lei ha 13 anni. Lei ha un fratello. Lui è Luca. Lui ha 22 anni. Lui è in vacanza in montagna. Viene colpito da un aneurisma. Muore. Eleonora si sveglia senza il fratello maggiore. Lo ha perso così, senza preavviso, senza un perché. Loro sono Lino e Rita. Loro sono i genitori. Loro lo trovano un perché. Credono che ogni malattia sia causata da traumi o conflitti irrisolti. Credono nella psicoterapia come medicina universale. Passa qualche anno. Eleonora si ammala. Ha la leucemia. Lei ha 17 anni. I medici prescrivono la chemioterapia. Lei ce la può fare. Le danno un buon 80 per cento di possibilità. I genitori alzano le barricate. Per loro la figlia soffre soltanto di un disturbo psicosomatico dovuto alla morte del fratello. Niente chemioterapia. È veleno. Non se ne parla. Loro seguono il metodo Hamer, dal medico tedesco le cui teorie non sono mai state sottoposte a sperimentazione scientifica. Eleonora viene curata con cortisone e vitamine. I medici si oppongono. Il tribunale toglie la patria potestà ai genitori. Il paese scende in piazza in difesa della famiglia. Lei viene trasferita in una clinica svizzera. Lei è forte. Ce la farà. Continuerà la sua battaglia con le cure alternative. Eleonora Bottaro compie 18 anni. Passano due settimane. Muore. È il 29 agosto del 2016. La procura di Padova iscrive i genitori nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Il giudice per l’udienza preliminare dà ragione ai genitori ed emette la sentenza di non luogo a procedere: il fatto non costituisce reato. Non è colpa loro. Loro erano in buona fede. La procura fa ricorso. Si torna davanti al giudice. A ottobre 2018 inizia il processo. Per i giudici la ragazza è stata manipolata. I genitori l’hanno plagiata senza lasciarle libertà di scelta. Lino e Rita Bottaro sono stati condannati a due anni di carcere, pena sospesa. La madre dice che loro non hanno sbagliato nulla. Dice che lei crede nella giustizia divina. Dice che se potesse, rifarebbe tutto.
Lei è Eleonora
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