Lei è Donna. Vive a Indianapolis, negli Stati Uniti. Ha 16 anni, è una cheerleader della squadra di football. È il 1966. I ragazzi scendono in campo, c’è una nuova matricola, si chiama Joe. Donna balla, lo guarda. Lui gioca, si gira, le sorride. Si incrociano in mensa, non riescono a staccarsi gli occhi di dosso. È il primo amore, per tutti e due. I giorni volano. È sera. Donna è vestita di tutto punto. Joe suona alla porta di casa, la porta fuori a cena, poi fanno un giro in macchina. Si fermano, si baciano, si toccano, fanno l’amore. Passa qualche mese. Donna non sta bene, ha la nausea, mamma e papà la portano a fare un controllo. È incinta. Le parole del medico non suonano come un annuncio, ma come una sentenza. I genitori convocano quelli del ragazzo. Vostro figlio è un disgraziato! Joe si ginocchia, davanti a tutti. Io la amo, sono pronto a qualsiasi cosa. Donna piange. Mamma, papà, fateci tenere il bambino. Loro sono irremovibili. Donna cambia scuola e città, Joe sparisce dalla sua vita. È il 1968. Donna dà alla luce la sua bambina, la tiene in braccio qualche minuto prima che gliela portino via. Piange per giorni, mesi, poi la vita scorre. Donna si sposa, mette su famiglia, resta vedova. È il 2019. Ha 66 anni. Riceve una lettera. Una certa Laura dice di essere sua figlia, vuole incontrarla, conoscere la sua storia. Sono nata per sbaglio o da un amore? Donna prende carta e penna, ogni parola è dolore e liberazione. Passa qualche giorno. Squilla il telefono. Ciao, sono Joe. Donna non crede alle sue orecchie. Joe, proprio tu? Sì, e sto tremando, mi ha contattato una certa Laura, dice di essere nostra figlia. È la nostra bambina? Decidono di vedersi. Donna ha ancora le farfalle nello stomaco. Parlano, si confidano, si ritrovano. Mano nella mano vanno a conoscere quella figlia ritrovata. È maggio. Donna e Joe si scambiano le promesse sull’altare. Donna cerca Laura con lo sguardo. La fa avvicinare, le sussurra all’orecchio. Sì piccola, la risposta è sì. Sei nata da un amore.
Lei è Donna

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