Lei è Dina. Vive a Pietrasanta, in Toscana. È una donna sola, con un bambino piccolo. Non ha un lavoro, rischia di perdere la casa. Dina chiede aiuto, si scontra con l’indifferenza, non si arrende, gira per i corridoi del comune, pretende di essere ascoltata, e ci riesce. Si rialza, trova un lavoro e un tetto per suo figlio. Fa di più, fonda un’associazione e mette la sua esperienza a disposizione di chi si trova in difficoltà. È l’inverno del 2019. Dina conosce un uomo che dorme sotto i ponti da diversi anni. Gli tende la mano. Vieni, ti porto in una pensione, almeno questa notte starai al caldo. Mario alza le spalle, non si fida, ma non ha niente da perdere. La segue. Lei gli mostra la camera, lui si guarda intorno, è incredulo, senza parole. Scoppia a piangere. Passano i giorni. Dina va a trovarlo, gli porta da mangiare, si ferma a fare due chiacchiere. Lo osserva, c’è qualcosa che non va. Lo trascina da un medico, fanno degli esami, Mario ha un tumore. Lo ricoverano, ma in ospedale non ci vuole stare. Scappa. Dina non si arrende, lo cerca, lo ritrova per strada, gli apre le porte della sua casa. Passano il natale insieme. Dina cucina per lui, Mario ha gli occhi lucidi, non sa come ringraziarla. Poco alla volta si apre, le racconta la sua vita. Tira fuori un telefonino, le mostra delle foto. Sono dei dipinti, e sono bellissimi. Li ho fatti io, con le mie mani. Dina non riesce a credere ai suoi occhi. E dove sono questi quadri? Dentro un magazzino, in un deposito, mi sarebbe tanto piaciuto fare una mostra, era il mio sogno, magari in un’altra vita. Dina ha gli occhi lucidi. Passano i giorni, la salute di Mario peggiora. Dina lo trascina in ospedale, va a trovarlo notte e giorno, sta con lui. Mario è felice. Sta morendo, ma dopo tanti anni non si sente solo. Chiude gli occhi il 28 febbraio. Dina recupera i suoi quadri, smuove mari e monti e riesce a organizzare una mostra. Le tele del maestro Mario Masci vengono esposte a Viareggio.
Lei è Dina
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