Vuoi leggere i consigli stravaganti di Diana?
Lei è Diana. Nasce a Parigi nel 1903. I genitori fanno parte dell’alta società, la madre non passa inosservata, la sua bellezza illumina i salotti. Diana è una bambina, si tuffa nell’armadio della mamma, si arrotola nella seta, si spalma il rossetto sul viso. Mammina, come sto? La donna le fa una carezza. Tesoro, sei brutta. La famiglia si trasferisce a New York. Diana ha 16 anni. Porta a casa un fidanzato, la madre fa la civetta. Diana è furiosa. Si chiude in camera, davanti allo specchio, esce con labbra scarlatte e il viso dipinto di bianco. Basta nascondersi, è tempo di vivere. Va a ballare il bolero vestita da geisha e strega tutti. È il 1924. Diana è la regina delle feste newyorkesi, le sue guance rosse fanno perdere la testa a uno degli scapoli più affascinanti. Reed la invita a giocare a golf, Diana accetta, ma non ha mai impugnato una mazza. Si presenta sul green con un braccio fasciato. Mi spiace. Reed scoppia a ridere, e la sposa. Girano il mondo in Bugatti, lui si concede qualche scappatella, Diana fa l’alba ballando con un gigolò argentino. È il 1936. Durante una festa, Diana improvvisa un bolero vestita di merletti bianchi. La direttrice di Harper’s Bazaar rimane incantata e le spalanca le porte della moda. Diana Vreeland diventa la firma più importante della rivista. I suoi consigli strampalati la rendono un’icona di stile, sdogana il bikini, arruola le modelle più insolite. Dove gli altri vedono difetti, lei scova personalità. Ha due figli di cui si occupa solo il mercoledì, perché è diventata la temuta direttrice di Vogue. Ha 70 anni. Viene licenziata in tronco, il marito muore. Diana piange nella hall di un lussuoso hotel, mentre l’orchestra suona. I figli non l’hanno mai vista così fragile. Lei solleva il viso, si ravviva il trucco. Se proprio mi devo lasciar andare, che sia nella cornice migliore. Si mette a letto, e lascia che i suoi capelli diventino bianchi. Chiude gli occhi a 86 anni. Mi hanno dato della pazza, della visionaria, della bugiarda. Sono stata tutto questo, e non lo sono stata. Donne vivete, vivete, vivete.