Lei è Deborah. È una ragazza gentile, carina, ma sorride poco. Vive a Monterotondo, Roma. Deborah frequenta il liceo artistico, ha vinto le selezioni per le olimpiadi di Filosofia. È la migliore della scuola. Il pomeriggio, Deborah lavora al bar della bocciofila, tra le case popolari. Si siede, studia, quando la chiamano si alza, fa un caffè, lo serve al tavolo ai pensionati, poi di nuovo sui libri. Deborah sogna. Di fuggire, andare all’estero. Lontano. Deve dare la maturità, ma non la preoccupa. Il suo problema è un altro. Deborah ha paura del padre, Lorenzo. Lui è un ex pugile, poteva puntare ai mondiali, si è dato alla droga. Esce, beve, si ubriaca, poi torna a casa e picchia la moglie. La pesta da sempre, anche quando era incinta. Le prime mazzate Deborah le ha prese nella pancia della madre. La donna sopporta per paura di perdere la figlia. Lui rincara la dose, lei lo denuncia. L’uomo finisce in galera. Sei mesi di pace. Poi torna. E sono botte da orbi. È il 2019. È domenica, sono le cinque del mattino. Deborah, la mamma e la nonna, stanno dormendo. Il padre rientra. L’ingresso solenne viene annunciato con una serie di calci alla porta. È ubriaco. Deborah scatta in piedi, si chiude in stanza con la nonna. È la più fragile, ha paura che le faccia del male. Lui si sfoga con la compagna. Urla, insulti, un inferno. Deborah è terrorizzata. Prende un coltello, lo mette in tasca. Lei, la madre e la nonna decidono di abbandonare la casa. Il padre non ha intenzione di lasciarle andare, le insegue. Le raggiunge. Prende a pugni in faccia la compagna. Poi punta la figlia e la nonna. Deborah ha paura. Gli tira un pugno. C’è una colluttazione. Deborah estrae il coltello. Colpisce il padre. Lui cade a terra. Deborah si butta su di lui, lo prende tra le braccia, piange. Papà, papà, perdonami, non volevo, non mi lasciare papà, io ti voglio bene. Lorenzo Sciacquatori muore. Deborah finisce agli arresti domiciliari, poi la rilasciano. È il 2020. Il giudice accoglie la richiesta della procura, archivia l’indagine e proscioglie Deborah. Fu legittima difesa.
Lei è Deborah

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