Lei è Daniela. Vive a Roma. Ha 33 anni, diventa mamma. Il bambino si chiama Marco, ed è bello come il sole. Daniela lo osserva, il piccolo mangia, dorme, cresce, ma il suo cuore di mamma è inquieto. C’è qualcosa che non va, lo sente. Ne parla con il pediatra. Signora, lei ha divorziato da poco, non è lucida, suo figlio è perfetto. È il settembre del 2002. Daniela va a prendere il bambino dall’asilo, la maestra deve dirle qualcosa, ma non trova le parole. Marco si comporta in modo strano, è rimasto in un angolo con le mani sulle orecchie. Daniela si sente gelare, ha un brutto presentimento. Trova uno specialista, che lo rivolta come un calzino. Signora, suo figlio ha una grave forma di autismo. Daniela resta cinque minuti senza fiato, poi si rimbocca le maniche e inizia a correre. Ospedali, cliniche, lo porta ovunque. Ascolta i medici, ma segue il suo istinto. Marco comincia le Elementari. Le insegnanti fanno le prove della recita proprio mentre il figlio è impegnato con la terapia. Daniela va dal preside e fa scoppiare un putiferio. Ogni tanto si apposta all’interno dell’edificio. Una maestra tira un ceffone al bambino perché si rifiuta di entrare in mensa. Prima di sera, Daniela gli ha già cambiato scuola. A un certo punto lo porta alla visita per l’invalidità. Il presidente della commissione legge il fascicolo. Signora, ma il bambino è solo autistico? Daniela sente il sangue ribollire. La prossima volta glielo porto moribondo su una barella? È in coda alla posta. Marco ripete una parola in modo ossessivo. Un tizio sbotta spazientito. Ma questo non sta mai zitto? Daniela esplode, interviene la sicurezza. Litiga con chiunque calpesti i diritti di suo figlio. Il tempo passa. Oggi Marco è un ragazzone di 21 anni, parla, va a scuola, ha fatto passi da gigante. Daniela ha capito che nessun medico, insegnante, o preside, le darà mai l’aiuto che le serve. La forza per andare avanti la trova dentro di sé. Il futuro però la spaventa. Chi lotterà per suo figlio quando lei e il padre non ci saranno più? Se ci pensa, si sente morire, poi prende fiato e ricomincia a correre.
Lei è Daniela
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