Lei è Daniela. Vive a Cagliari, in Sardegna. Ha 36 anni, un marito e un figlio, lavora come direttore commerciale in un albergo. La sua giornata inizia alle sei del mattino, caffè, trucco, tailleur, un bacio alla famiglia, poi via di corsa fino a sera tardi, quando il piccolo Federico già dorme. È il 2015. Daniela è sotto la doccia, si tocca il seno, c’è qualcosa di strano, una massa, per sicurezza fa un controllo. Il medico le stringe le mani. Signora, non perda tempo, corra. Il cervello di Daniela si paralizza. Correre? Ma dove? È metà mattina, sono qui da sola, ho un’ora di permesso, devo tornare al lavoro, Federico ha solo un anno, Matteo, mio marito non può reggere uno scherzo del genere, mia madre è anziana, poi c’è mio fratello, siamo adulti, ma io sono la maggiore, ho riunioni, appuntamenti, i clienti mi aspettano. Non ho tempo per il cancro!!! Il dottore continua a tenerle le mani, ha gli occhi lucidi. Signora, lei ha l’età di mia figlia, bisogna intervenire al più presto. Il cancro irrompe come un trattore, e se ne frega dei suoi piani perfetti. Daniela inizia le cure, dopo vent’anni è costretta a lasciare il lavoro. È notte. Il figlio dorme beato, allunga la manina nel buio, le accarezza la testa senza più capelli, l’ha sempre fatto per tranquillizzarsi, ma adesso quel gesto fa sentire meglio anche lei. Al suo piccolo non importa che la mamma abbia perso i boccoli, o abbia il viso gonfio, sa chi è a prescindere, e glielo ricorda. Lei non è il cancro, ma la vita che ha scelto di vivere. Daniela smette di opporre resistenza, si lascia andare a quel nuovo domani pieno di incognite. Il tempo dedicato alla malattia diventa il minimo indispensabile, tutto il resto è offerto alla semplicità, alla voglia di onorare la vita in ogni suo aspetto. Daniela prende coscienza dei ritmi malsani per inseguire un futuro non definito, assapora il piacere di camminare davanti al mare anche d’inverno, facendo scoprire la sabbia a Federico, e cogliendo ogni suo sguardo di stupore. Si ritrova a fare torte dall’aspetto improbabile, impara a rallentare, senza sentirsi in colpa. Le è stato concesso altro tempo, e non vuole sprecarlo.
Lei è Daniela
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