Lei è Cristina. Vive a Nocera, in Umbria. È il 1997. Ha 5 anni. Cammina verso casa della nonna, d’improvviso si accorge che ha dimenticato in camera il suo peluche preferito. Cristina lascia la mano della mamma, torna indietro. Ferma, non andare da sola, vengo con te! Cristina si blocca, fissa il portone, non ha voglia di aspettare la mamma. Fa un passo avanti, scorge un pallone, per dargli un calcio si allontana di qualche metro dalla casa. D’improvviso tutto trema. C’è boato, l’aria si riempie di polvere. Cristina cade, gli occhi bruciano, non vede nulla, è il caos. Due mani la afferrano. Cristina si rifugia tra le braccia della sua mamma. Si tengono strette, gli occhi chiusi, il cuore all’unisono. Poi tutto tace. Cristina si volta. La sua casa non c’è più, ogni cosa è distrutta. Passa la notte in una tenda, ci sono pompieri, polizia. Dicono che c’è stato un terremoto devastante. Cristina non riesce a dormire, ha paura, vuole il suo peluche. Qualche giorno dopo un vigile del fuoco le mette qualcosa di morbido tra le mani. È il suo orsetto! Cristina piange di gioia. Quel pupazzo è come lei, sporco, malconcio, ma vivo. D’improvviso ha voglia di saltare, urlare a squarciagola. Prova un’emozione che non sa descrivere. È come l’abbraccio della mamma, la gioia di quando scarta un regalo, o una corsa nel prato in una giornata di sole. Si sente più forte. Passano gli anni. Cristina cresce, è una ragazza determinata, tenace. Lavora, si paga l’università, scrive una tesi su come ricostruire un paese dopo un terremoto. La dedica a se stessa, e a chi non ce l’ha fatta. Sente di avere una responsabilità, vuole portare speranza dove non c’è più nulla. Oggi Cristina ha 30 anni. Lavora nella pubblica amministrazione. Ogni volta che chiude gli occhi rivive quel giorno. Il richiamo della mamma, il pallone, è stata davvero a un passo dalla morte. E come il suo orsetto è rinata dalle macerie, più forte e affamata. Affronta le difficoltà con il sorriso, corre, cade, si rialza. Non ha paura di farsi male. Ha capito che tutto può finire in un istante, e ogni attimo è prezioso.
Lei è Cristina
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