Lei è Claudia. Nasce in Svizzera nel 1992 e si ritrova due fratelli maggiorenni e due genitori per nulla pronti a rimboccarsi di nuovo le maniche tra pappe e pannolini. Claudia cresce godendo dei privilegi che offre la casa. I fratelli se la spupazzano, la mamma la riempie di coccole, e alla sera il papà torna a casa suonando il clacson dell’auto per dare il via alla festa. Claudia sale sui suoi piedi e ballano la polka fino in cucina. Passano gli anni. Claudia è sempre in viaggio. Non ha nemmeno vent’anni e ha già girato un bel pezzo di mondo. È il 2014. Riceve una telefonata. Torna subito, papà è morto. Claudia sente un dolore lancinante al cuore. Rivede il suo papà uscire per andare al lavoro. Quante volte avrebbe voluto rincorrerlo, per raccontargli dei suoi sogni. Torna a casa, non riesce a leccarsi le ferite. Il fratello ha un tumore ai polmoni, e la moglie uno al cervello. Claudia si aggrappa alla speranza. Sono giovani, possono farcela, il suo papà li aiuterà dall’alto. È il 2015. Claudia è a Cuba. Squilla il telefono. Suo fratello non ce l’ha fatta. Fa la valigia, sale in aereo, e per tutto il viaggio prega che cada. Poi pensa alle sue nipotine, sono piccole, hanno bisogno di lei. La loro mamma muore tre anni dopo, il giorno di Pasqua. È un pesce d’aprile vero zia? No amore. La mamma di Claudia ricomincia tutto da capo, stavolta con le sue nipotine. Lei aspetta l’estate e le porta in Grecia, una settimana loro tre, da sole. L’anno dopo salgono in macchina e partono per la Croazia, stavolta sono in quattro, c’è anche Leo, suo figlio appena nato. Ora Claudia ha 28 anni, un lavoro, un compagno, e un altro bambino in arrivo. Ha capito che alcune cose non si possono spiegare, e tutti i perché urlati al cielo non avranno mai risposta. Ha imparato che la base di tutto è l’amore. L’amore di una madre e la sua forza, l’amore di due bambine che hanno perso tutto ma possono avere ancora tanto, perché il mondo è grande, ma i loro occhi azzurri lo sono ancora di più.
Lei è Claudia

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