Lei è Claire. Nasce nel 1997 ad Austin, in Texas. I medici hanno una brutta notizia. Claire ha la fibrosi cistica. Non esiste cura, dovrà convivere con la malattia. I genitori la tengono in una campana di vetro, Claire cresce allegra e spensierata. Le piace ballare, esibirsi, partecipa ad alcuni show televisivi, dietro la telecamera è naturale, spigliata. Ha 13 anni. Claire si sottopone a un’operazione di routine. L’intervento riesce, ma contrae un’infezione. I suoi polmoni collassano. Entra in coma. Le possibilità che sopravviva sono scarse. Claire è in uno stato di semi coscienza. Capisce che sta per morire. È triste, pensa a tutte le cose che avrebbe voluto fare. No, non ci sta. Lotta. Dopo 16 giorni riapre gli occhi. Si rimette in forze e torna a casa. Amici, familiari, insegnanti, la trattano come una malata, una povera bambina da proteggere. Claire è insofferente, quell’immagine le sta stretta. Si guarda allo specchio, non si riconosce. È malata, e allora? Fanculo. La vita è breve, e se la godrà fino in fondo. Apre un canale Youtube. Ogni giorno racconta cosa significa convivere con la malattia. È sincera, brutale, si mostra con i tubi nel naso, non ha peli sulla lingua, parla di sessualità. Sì, anche una malata ha dei bisogni. Esce con i ragazzi, si diverte, è un vulcano. Passano gli anni, la sua salute peggiora, ha bisogno di un trapianto di polmoni, la mettono in lista. Claire fa le valigie. Mamma, papà, vado a vivere da sola. Sei impazzita? Prima si deve operare, dopo potrà pensare a rifarsi una vita. Claire scoppia ridere. Lei vuole vivere. Adesso. Lotta contro tutto e tutti, fa di testa sua. È il 2018. Trovano dei polmoni. Claire finisce sotto i ferri, il trapianto riesce. Claire è convalescente, gira un video, ringrazia tutti. La morte è inevitabile, ma vivere una vita di cui andare fieri è l’unica cosa che possiamo controllare. Fatelo, non aspettate. Passa qualche giorno. Claire sta male, ci sono delle complicazioni. I genitori sono disperati, Claire Wineland sorride, si addormenta. Muore.
Lei è Claire
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