Lei è Carmela. Nasce a Pietrastornina, un paese di campagna in provincia di Avellino, nel 1936. Carmela ha cinque fratelli e sorelle, lei è la più grande. È una bambina timida e ubbidiente, passa le giornate nei campi, attaccata al grembiule della nonna, che le insegna a fare il pane e la pasta fresca. Il papà di Carmela non c’è, lo hanno mandato in un posto lontano, a fare la guerra. Quando torna, si scopre che è malato di cuore. C’è bisogno di aiuto per dare da mangiare a tutta la truppa. La piccola Carmela viene mandata a Napoli, in città, a servizio nella casa di un avvocato. Lavora, guadagna, mangia, dorme e manda i soldi a casa. L’autista del capo la guarda, le sorride. Si chiama Antonio, è simpatico e gentile. Ha la battuta pronta. Ridono un sacco, anche sull’altare il giorno del matrimonio. Si trasferiscono a Pimonte, dove vive la famiglia del marito. Sono sette fratelli e tre sorelle, lavorano i campi, conducono una vita semplice e quieta. È il 1967. Antonio è sul trattore, si gira, rimane bloccato, si pensa alla cervicale. È un tumore. Muore dopo pochi mesi. Carmela ha 35 anni, sei figli da crescere, le più piccole sono due gemelle di appena 8 mesi. C’è poco da pensare, sono bocche da sfamare. Carmela bussa alle porte dell’unico ristorante del paese, la prendono come lavapiatti. Passa lunghe ore immersa dentro una tinozza, tra pentoloni e stoviglie. Torna a casa la sera tardi, bagnata e disperata, ma con gli avanzi dei banchetti. I soldi sono pochi, non bastano. Si strappa un pezzo della sua carne di dosso, il dolore è quello. Sistema i tre figli maschi in collegio, piuttosto che darli in affido. Fa i doppi turni al ristorante, mangia gli avanzi, è sempre positiva, spigliata, sorridente. Mette da parte i soldi, si riprende i suoi figli. È il 1969. Carmela viene assunta come bidella, la scuola del paese ne guadagna in pulizia, ordine e allegria. Tutte le mattine prepara il caffè per le maestre, che la ripagano con vestiti e scarpe, per lei e per i suoi figli. È una donna schietta, fiera, dal forte temperamento, che fa presa sui bambini. Entra da bidella, esce come una istituzione. Quando va in pensione, dopo trent’anni di onorato servizio, saluta fra due ali di folla, duecento persone, compreso il sindaco. Ora ha 85 anni. Sta a casa, mentre a scuola, ogni tanto, le maestre hanno l’impressione di sentire la sua voce e il profumo del suo caffè.
Lei è Carmela
Altre storie simili:

Nostro figlio è morto durante l’alternanza scuola lavoro, non ci interessano i soldi, vogliamo la verità
Lui è Enzo De Seta, padre di Giuliano, lo studente di 18 anni morto in fabbrica schiacciato da una lastra d’acciaio, durante l’alternanza scuola lavoro a Noventa, in Veneto. A

FIGLI MIEI, DIVENTERO’ LA MADRE CHE MERITATE, UN GIORNO SAREMO DI NUOVO INSIEME
Chiara ha avuto una vita difficile, è caduta, si è rialzata, ora lotta per riavere i suoi bambini.

Lui è Lorenzo Lodigiani
“Due anni fa ho fondato una Startup insieme con il mio amico Giuseppe. Abbiamo trovato un ufficio a Milano che già era caruccio. Più andavamo avanti, più le bollette diventavano