Lei è Berni. Nasce a Saigon, in Vietnam. Il padre è un soldato americano, la madre una ragazza del posto. È l’aprile del 1975. Berni ha 4 anni. La guerra è agli sgoccioli, i soldati nemici arriveranno in città a breve, si preannuncia una strage. La madre di Berni è agitata, le affida la sorellina mentre lei organizza la partenza. Berni prende la piccola Rose per mano, saltella in strada, insegue una cavalletta, si gira. Rose? Non c’è più. Berni corre in casa in lacrime. Mamma, Rose è sparita! La donna resta di sasso. Esce in cortile, cerca la sua bambina, ma fuori è il caos. La gente urla, scappa. Non c’è più tempo. La madre di Berni è straziata. È una scelta disumana, ma deve salvare almeno una figlia. Prende Berni per mano, e scappa. Si imbarcano per gli Stati Uniti, dove le aspetta il padre. Passa il tempo. Di Rose non si sa più nulla. Berni si incolpa di tutto, se fosse stata più attenta, la sua sorellina sarebbe lì con lei. Ogni giorno si siede fuori casa e sogna di poterla riabbracciare. La vita va avanti, Berni cresce, si laurea in Economia, trova lavoro in banca, si sposa, mette al mondo due figli. Ha 40 anni, è una donna realizzata, ma dentro di lei rimane un vuoto. È il 2018. Berni riceve una chiamata da un cugino. È stato contattato da una donna, dice di essere una loro parente. Ha lasciato il suo numero, te la senti di chiamarla? Berni è sconvolta, trema. Ricordi, speranze e paure la sommergono. Prende in mano il telefono. Uno squillo, due. Pronto? La donna dice di chiamarsi Vanessa, vive in California, ha appena scoperto di essere stata adottata in Vietnam. Ricorda solo una strada piena di gente, una bambina che la teneva per mano, quando all’improvviso si è ritrovata da sola. Berni non riesce a credere alle sue orecchie. Passano un po’ di giorni. È ferma agli arrivi dell’aeroporto. Aspetta. Non riesce a stare ferma. Le porte si aprono. Esce una donna. La guarda, si guardano. Sono passati quarant’anni, si riconoscono all’istante. Bernie e Vanessa si gettano l’una nelle braccia dell’altra. Finalmente sei tornata, sorellina mia.
La mamma deve fare una scelta disumana, può salvare almeno una figlia: la prende per mano e corre
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