Lei è Aurora. Vive a Tarquinia, nel Lazio. È fidanzata con una ragazza che gioca a rugby, la accompagna agli allenamenti. In campo c’è una giocatrice forte, decisa, una fuoriclasse. Finisce la partita. Aurora conosce le altre della squadra, quella ragazza si chiama Ilenia. Si scambiano i numeri. Passa qualche mese, Aurora torna single. Niente più rugby, con Ilenia si perdono di vista. È l’ottobre del 2019. Aurora ha chiuso l’ennesima relazione, è delusa, incazzata con il mondo. Guarda il telefono. Come stai? È Ilenia, e sembra averla letta nel pensiero. Si scrivono per giorni, finché Aurora la raggiunge a Roma. Il suo cuore batte forte, non se la ricordava così bella. Parlano, si raccontano, per ore, sotto la pioggia. D’improvviso, un bacio, e scocca l’amore. Gli incontri si susseguono, ma la distanza le mette a dura prova. Aurora ha 23 anni, pochi spiccioli in tasca. Non resiste. Salta in macchina, corre a Roma, Ilenia la accoglie a braccia aperte, ma nella casa che divide con la coinquilina non c’è posto per tutte e tre. Passano la notte in un ostello. Aurora cerca subito lavoro, non lo trova, ma rimedia un seminterrato in affitto. Ilenia scoppia a ridere. È proprio brutto! Diventa il loro nido d’amore. Scatta il lockdown. Aurora è disoccupata, Ilenia in cassa integrazione. Sono chiuse in una stanza sporca, vuota. La riempiono di risate, giochi, confidenze. Stanno insieme finché i soldi finiscono e sono costrette a tornare a casa. Dividersi è uno strazio. Aurora accetta qualsiasi lavoro pur di mettere da parte due spiccioli per un futuro insieme. I genitori le dicono di smetterla, come pensano di cavarsela? Lei tira dritta. Ad agosto è di nuovo sotto la finestra di Ilenia, che nel frattempo è tornata in Umbria dalla madre. Cambiano tre monolocali, lasciano curricula ovunque, non hanno niente, l’una basta all’altra. È gennaio. Aurora e Ilenia si barcamenano tra lavori saltuari, una casetta che a stento sta in piedi, bollette, e la paura di non farcela. Ma si amano, il loro futuro è appena iniziato.
Lei è Aurora
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