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Lei è Aurora

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  • Bambini/Figli, Genitori, Storie

PUBBLICATO IL

  • 29 Agosto 2021

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Lei è Aurora, nasce in California nel 1981. Vive con la madre e i fratelli. È una bambina curiosa, scruta il mondo con i suoi grandi occhi verdi. Cresce, ha 12 anni, va a teatro e rimane folgorata. Si iscrive a recitazione, sogna l’Università, ma i soldi scarseggiano. Aurora trova un annuncio sul giornale. Cercano modelle che posino senza veli. I primi scatti sono un disastro, Aurora si vergogna da matti. Chiude gli occhi, immagina di essere su un grande palco, entra nel personaggio, lo vive, lo fa suo. I fotografi sono entusiasti. Sei fantastica, cosa ne dici di fare qualche video? Aurora gira il suo primo film a luci rosse, pensa di fermarsi, ma tutti le fanno i complimenti. Ne gira due, tre, poi smette di contarli. A volte passa dall’altro lato della telecamera, fa la regista. È brava, vince tantissimi premi. È il 2009. Aurora ha 28 anni, riceve una telefonata dalla madre. Tuo fratello ha avuto un incidente, è vivo ma deve restare in ospedale, serve qualcuno che badi ai suoi figli. Aurora corre dai nipoti, li coccola, li rassicura. Ogni notte rimbocca le coperte ai bambini, annusa i loro capelli. La mattina si sveglia all’alba per preparare la colazione e accompagnarli a scuola. È impegnativo, ma non è mai stata così felice. Per la prima volta fantastica su come sarebbe avere una famiglia tutta sua. È il 2013. Aurora conosce un uomo, ha una fattoria, conduce una vita semplice e modesta. Quando mette piede nella sua tenuta, immagina dei bambini che corrono scalzi nei campi, e si sente a casa. Molla il lavoro, fa la moglie, la contadine, le piace. Qualche tempo dopo resta incinta. Aurora è felicissima, la prima ecografia è una grande emozione, ma quando sente battere il cuore del suo bambino, va nel panico. Un giorno dovrà spiegargli chi era. Aurora torna a casa, prende un foglio e scrive una lettera. Bambino mio, da giovane ho fatto scelte che mi hanno portata su un cammino che molte persone disapprovano, ma ho avuto il coraggio di conviverci. Sappi che rifarei tutto, perché mi ha permesso di arrivare a te.

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