Lei è Aurora. Vive in Albania. È una ragazza tosta, sicura di sé. Conosce un uomo più grande. Molto più grande. Ha 35 anni, è divorziato, ha una figlia di 9 anni. Aurora si innamora, e non vuole sentire ragioni. È l’uomo della sua vita, è deciso. I genitori alzano le barricate. Ha il doppio dei tuoi anni! E allora? Tu sei cattolica, lui è musulmano! E allora? Te lo troviamo noi un buon partito. Aurora scappa dalla finestra. Ha trovato il principe azzurro, è forte e pronta a conquistare il mondo. Passano tre mesi. È incinta. Lui ha da fare, rimane fuori fino a tardi, torna a casa ubriaco, la afferra per i capelli e la scaraventa contro il muro. Aurora si ritrova a terra. C’è sangue, ha perso il bambino. Torna da mamma e papà con la coda tra le gambe. Trova la porta chiusa. Arrangiati! Non sa dove andare. Lui la accoglie a braccia aperte, e la mette di nuovo incinta. Nasce una bambina, Aurora compie 18 anni e viene trascinata all’altare. Ora è sua moglie, è sua proprietà. Non ha voglia? La violenta. La prende quando e come vuole. Lei subisce e mette al mondo altri due figli. Lui fa sempre più tardi, pretende che lo aspetti in piedi, sveglia. Arriva alle cinque del mattino. Si è addormentata. La ricopre di mazzate e si mette a dormire. Buonanotte. Quando si sveglia dice che non lo fa più. Aurora è sempre sola, non riesce a dormire. Ha fame, non ha nulla da mangiare. Piange. È il 2012. È di nuovo a terra, tra calci e pugni. Alza lo sguardo, i figli sono in un angolo, terrorizzati, impotenti. Aurora li guarda, si rialza e corre dalla polizia, poi chiede il divorzio, mette i bambini in una nave e arrivano in Italia. Chiede e ottiene asilo politico, finisce in una struttura protetta. Passa il tempo. È il 2017. Si iscrive a un sito di incontri, conosce un uomo, si chiama Stefano, è buono come il pane. Fa il panettiere. La prende per mano, la supporta mentre riprende a studiare e diventa operatrice sanitaria. Poi la sposa, lei e i suoi figli, e quando arriva la festa della donna, le prepara una bella torta mimosa.
Lei è Aurora

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