Lei è Aurelia. Nasce a Sassari in una famiglia povera ma piena d’amore. È una bambina allegra, vivace. È il 1964. Aurelia ha 10 anni. Fa il vaccino antipolio. Il giorno dopo scende dal letto, le gambe cedono, cade. Aiuto! La madre la trova a terra, in lacrime. Mamma, che cosa sta succedendo? La portano in ospedale, nel giro di qualche ora è paralizzata, non respira, entra in coma. Aurelia si sveglia dopo settimane, non ricorda nulla, non riesce nemmeno a parlare. I medici trovano la causa, la dottoressa che le ha somministrato il vaccino ha sbagliato dose. È viva per miracolo, ma la sua salute è compromessa, per sempre. La famiglia non presenta denuncia, Aurelia torna a casa. È costretta a letto, immobile. La madre la lava, la veste, i fratelli la imboccano a turno. Gli amici vanno a trovarla, scambiano due chiacchiere, poi corrono a giocare. Lei li guarda mentre si allontanano, si sente uno schifo. Si sottopone a numerosi interventi chirurgici, fa tanta fisioterapia, ricomincia a parlare e a muoversi. Finisce la scuola con sforzi enormi, l’università è fuori discussione. Aurelia è incazzata nera, odia tutti. Quella non è vita. Il padre la porta a Lourdes, la affida alla Madonna. Lei torna a casa inquieta. Nessun miracolo, solo tanta rabbia. Ha un unico desiderio, conoscere la persona che le ha distrutto la vita. I genitori sono contrari, Aurelia non vuole sentire ragioni. Chiede, si informa, la cerca, la trova. Si piazza fuori dal portone, aspetta. La dottoressa se la trova davanti, la riconosce, sbianca. Cosa vuoi? Aurelia sorride, le porge un mazzo di fiori. Niente, volevo solo conoscerla. La donna scoppia in lacrime. Perdonami. Aurelia la abbraccia. È il 2020. Aurelia ha 66 anni. Ha messo al mondo due figlie rischiando di morire, vive in sedia a rotelle, la salute non le dà tregua, ma ha trovato il suo equilibrio. La rabbia è sparita. Ama tutti i medici, uno di loro l’ha danneggiata, altri mille l’hanno curata. Da poco ha perso la vista all’occhio destro, quando l’ha saputo ha pianto. Ma è viva. Dal terrazzo di casa vede il sole, la luna, gli alberi, ed è grata. La vita è meravigliosa.
Lei è Aurelia
Altre storie simili:

Scienziata in missione per aiutare il figlio con Sindrome di Down
Rosa Anna Vacca, ricercatrice, diventa mamma di un bambino con Sindrome di Down, da quel momento si dedica allo studio del cromosoma 21. Grazie alle sue scoperte…

Mia figlia con sindrome di down esclusa dal saggio di danza: dicono che è impacciata
Maria Francesca ha 12 anni, vive a Foggia, ama ballare, ma ha dovuto lasciare la scuola.

Travolta da un’auto pirata a folle velocità, ho fatto appena in tempo a salvare i miei due figli
Lei è Deborah, vive a Vicenza, in Veneto. Stava attraversando la strada con i due figli. Un’auto è piombata a tutta velocità su di loro. Deborah è riuscita a spingere