Lei è Annamaria. Vive ad Acireale, in Sicilia. Ha 32 anni. Vuole un figlio, non ci riesce, sceglie la fecondazione assistita. È il 2016. Fa l’inseminazione, resta subito incinta, alla prima ecografia la dottoressa sgrana gli occhi. Signora, i bambini sono quattro. Cosa? Annamaria esplode di gioia, ma il medico tira subito il freno. È una gravidanza pericolosa, soprattutto per lei, facciamo la riduzione embrionale. E che vuol dire? Che devo uccidere i miei piccoli? Annamaria fa ciao con la mano. Sceglie i nomi, prepara il corredo, e va avanti per la sua strada. Passano cinque mesi. Sente qualcosa nella pancia, come un palloncino scoppiato. Corre in ospedale, la sacca della sua Eva si è rotta. La portano in sala parto, una spinta, un alito di vita, poi più nulla. Annamaria chiede di poter seppellire la figlia. Signora, questa non è una bambina, è un rifiuto speciale, solo l’ospedale può smaltirlo. Annamaria è sconcertata. Era la sua Eva, è nata, è morta, come può essere associata alla parola rifiuto? Passano tre giorni. Scoppiano altri due palloncini. Annamaria fa in tempo a vedere le manine di Giulia e Augusto prima di dirgli addio. È sfinita, chiude gli occhi. Si sveglia urlando. Aiuto! L’infermiera accorre, solleva il lenzuolo. Anche Giorgia è nata, purtroppo. Annamaria implora. Datemi i loro corpi, lasciate che abbia una tomba su cui piangere. La risposta è sempre all’insegna della raccolta differenziata. Annamaria torna a casa e si mette il cuore in pace. Anche il suo corpo trova la quiete, e le fa un dono inaspettato. Nasce la piccola Mia, e mai pianto suscitò così tanta gioia. Passa il tempo. È il mese di ottobre. Viene fuori uno scandalo. Si scopre che tante creature morte prima, durante e subito dopo il parto, sono state seppellite all’insaputa dei genitori. Annamaria chiama l’ospedale, smuove mari e monti, e ottiene una risposta. I suoi figli sono al cimitero di Catania. Si mette in macchina con il marito, arriva e trova quattro cumuli di terra. Nemmeno una croce sopra. Sente una forte rabbia, e un dolore infinito. Pianta dei fiori, li innaffia con le sue lacrime. Poi torna a casa e abbraccia forte la sua piccola Mia.
Lei è Annamaria
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