Lei è Anna. Vive a Bellizzi, in provincia di Salerno. Ha 27 anni, un buon lavoro, è sposata con Domenico ed è mamma di due maschietti. Anna è una donna felice, ma a quella felicità manca un tassello. Desidera una figlia femmina. È il 2018. Anna ha capogiri, vomito. Conosce quella sensazione. Compra il test, si chiude in bagno, aspetta, sgrana gli occhi, chiama il marito. Tesoro, sono incinta! È un attimo. Nella sua testa scatta un click. La gioia scompare. Viene inghiottita dal buio, ha paura. Passano i giorni. Anna va dal ginecologo. Arriva la conferma, diventerà mamma. Il marito esulta, Anna si sforza di sorridere. Dopo quattro mesi torna dal medico. Signora, complimenti, è una femminuccia. Anna è incredula. Avrà la bambina che ha sempre desiderato. Eppure non gioisce, non piange di gioia, la sua testa è attraversata da un solo pensiero. Sua figlia non vedrà mai la luce, morirà dentro di lei. Anna lo sa, lo sente. Smette di andare al lavoro, non mangia, trascorre le giornate a letto. Quel chiodo fisso la divora. Il marito chiede aiuto al ginecologo. Anna ha una depressione pre partum. È rara, ma esiste. Bisogna intervenire subito. La ricoverano in Psichiatria. Anna si ritrova su un letto d’ospedale, imbottita di farmaci. Guarda con terrore la pancia che cresce. Urla, si graffia, si fa del male. Manca un mese al termine della gravidanza. I medici vogliono evitare rischi, decidono di far nascere subito la bambina. Fissano la data per il parto. Anna prende consapevolezza, la bambina non sarà più dentro di lei. Si sente libera, leggera. Arriva il momento. Angela Pia viene al mondo con un bel pianto, finisce subito nell’incubatrice, Anna la vede dopo qualche giorno. Gliela mettono tra le braccia. Un sentimento nuovo la avvolge. È amore. Quella bambina è sua figlia, carne della sua carne. Oggi Anna è una mamma felice, ha fatto un percorso psicologico che l’ha aiutata a capire, a perdonarsi. Per non dimenticare, ha inciso una frase sul suo braccialetto. Dopo l’acquazzone, c’è sempre l’arcobaleno.
Lei è Anna

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