Lei è Anna. Vive a Reggio Calabria. Ha 25 anni. Fa volontariato, studia per diventare ingegnere e suona il violino. È 2010. Anna sta camminando per strada, va a sbattere contro qualcosa, perde l’equilibrio, cade. C’era un gradino, ma non l’ha proprio visto. Nei giorni successivi si scontra con mobili e porte, gli oggetti le sfuggono dalle mani, si strofina gli occhi in continuazione, vede sfuocato, a macchie. L’oculista parla di carenza di vitamine, con la cura giusta passerà tutto. Trascorre un mese. Anna è fuori con il fidanzato, sente una voce, qualcuno la sta chiamando, si volta da una parte, dall’altra, non c’è nessuno! Sente una mano sulla spalla, sobbalza. Sono la mamma, non mi riconosci? Anna scuote la testa, si aggrappa alla sua mamma, piange. Cosa mi sta succedendo? Fa numerosi esami, salta fuori una malattia rara che le ha danneggiato i nervi ottici. Ok, ma tornerò a vedere? La dottoressa le prende la mano. No, mi dispiace. Anna si sente morire. Passano le settimane, la malattia avanza, Anna distingue solo sagome e colori, finché una mattina si sveglia e non vede più nulla. Il mondo che conosceva è scomparso. Anna è terrorizzata, e arrabbiata. Ha perso la sua indipendenza, il suo futuro, tutto. Si chiude in casa, si isola, non c’è per nessuno. Passano i giorni. Il padre non vuole rimanere con le mani in mano mentre lei si butta via. La scuote. Basta piangersi addosso, andiamo in piscina! Anna entra in acqua aggrappata al suo papà, poco alla volta si stacca, nuota, bracciata dopo bracciata si accorge che non le serve aiuto, ha il pieno controllo del suo corpo. Si iscrive a un corso, non salta un allenamento, partecipa alle gare, ritrova fiducia in se stessa e voglia di rimettersi in gioco. Oggi Anna ha 35 anni, poco alla volta, con pazienza, ha ricominciato da capo, ha imparato di nuovo a leggere, cucinare, usare il computer. E grazie alla sua cagnolona Nora è tornata a camminare senza paura. Dopo il nuoto ha fatto atletica e ciclismo, ora è campionessa paralimpica di triathlon. Ha vinto tante sfide, la più importante è stata quella con se stessa.
Lei è Anna
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