Lei è Anna. Nasce nel 1989 a Parabita, in Puglia. Trascorre interi pomeriggi a casa dei nonni. È come stare al parco giochi. Nonno Antonio ha un repertorio infinito di barzellette che la fanno morire dal ridere. Se Anna mette il broncio, le fa il solletico con i suoi baffoni. Annina mia, facciamo una marachella? Niente scuola, si va al mercato, al bar, poi al maneggio ad accarezzare i cavalli. Anna salta, canta, abbraccia il suo amato nonno e ride, ride, ride. Il tempo scorre. Anna studia, va a scuola, lavora. Ha poco tempo libero, ma il pranzo della domenica a casa dei nonni è sacro. È il 2018. Anna si sposa. Nonno Antonio è addolorato, non sta bene, purtroppo non potrà vederla con l’abito bianco. Finisce la cerimonia, Anna e il marito escono dalla chiesa e corrono al capezzale del nonno. Guardano le foto, piangono e ridono come dei bambini. Antonio è felice, ma la sua salute fa le bizze. Ha un’ischemia dietro l’altra, nel giro di pochi mesi non parla più. Osserva Anna con occhi vispi, indica sempre il numero tre. Anna non capisce, lo stringe forte. I suoi baffi fanno ancora un gran solletico. A un anno esatto dal matrimonio, Antonio si addormenta per sempre. Anna ci mette un po’ a realizzare, lo cerca ovunque, si aspetta di vederlo spuntare da un momento all’altro, con il sorriso di chi ha appena fatto una delle sue marachelle. È il 2020. Stesso mese e stesso giorno in cui il nonno è volato in cielo. Anna scopre di essere incinta. Incredibile! Deve dirglielo. Alza la cornetta. Piange. Le lacrime scendono a fiotti, disegnano un cuore sul suo vestito. Nei giorni successivi Anna vede cuori ovunque. Nuvole, foglie, perfino la patatina che si appresta a mettere in bocca. Durante il parto, crede di avere le traveggole. La macchia sul camice dell’infermiera è un cuore. Non è possibile. Esce dall’ospedale, va subito al cimitero. Nonnino, questo è tuo nipote. Guarda la sua foto sulla lapide. Si blocca. Il tre! Suo figlio è nato il tre! Non è possibile, non può essere. Anna scoppia a ridere.
Lei è Anna
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