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Lei è Angelica

Angelica e libro

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  • Malattia, Storie

PUBBLICATO IL

  • 1 Agosto 2020

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Lei è Angelica. Vive in provincia di Messina. Ha 17 anni. Angelica è alta, gioca a pallavolo con ragazze più grandi, ha talento, è forte e grintosa. Fuori dal campo è una ragazza dolce, solare, passa molto tempo nella sua camera. Ama leggere, ha più di trecento libri. È dicembre. Angelica sta giocando, la sua squadra è in vantaggio. Si tuffa per prendere la palla, inciampa, cade. Il ginocchio si gira. Rottura del crociato e del menisco sinistro. Stagione finita. Sbam! La aspettano mesi di stop. Angelica non si perde d’animo, segue la squadra, dagli spalti soffre ed esulta con le compagne. È determinata, vuole mettercela tutta per tornare a giocare. Intanto si rifugia nei libri. È la fine di gennaio. Angelica ha mal di testa, vomita. Fa un controllo. La tac emette un verdetto atroce. Tumore al cervello. Il padre piange disperato, la madre ingoia le lacrime e si fa forza per la sua bambina. Angelica finisce sotto i ferri. L’intervento va bene, si rimette in forze e torna a casa. La famiglia tira un sospiro di sollievo, è stato solo un brutto incubo. Torna l’energia di prima. Angelica è pronta a rimettersi in gioco, pensa alla scuola, le lezioni online e la pallavolo. Passano alcune settimane. Mal di testa, vomito, Angelica sta male. Il tumore è tornato, più grande di prima. I medici alzano bandiera bianca. Non c’è più niente da fare. Angelica si rifiuta di gettare la spugna. Ha 17 anni, non può perdere le speranze. No. Lei non ci sta. La famiglia la supporta, chiede, si informa. Salta fuori una pista. Una clinica in Germania è disposta a operarla. Si accende una luce. Ma servono tanti soldi. I fratelli lanciano una raccolta fondi, trovano la cifra necessaria. Si parte. È maggio. Angelica viene operata. È salva. Rientra in Italia, ma i dolori ritornano e finisce in coma, la prendono per i capelli. Vola di nuovo in Germania, ad Hannover, dove stanno valutando se e come intervenire. La famiglia è al suo fianco, valuta terapia innovative, lancia raccolte fondi. Se la vogliono giocare, fino in fondo, fino all’ultimo respiro.

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