Lei è Alda. Nasce a Milano nel 1931. È una bambina sensibile, legge tanto, scrive poesie. La madre storce il naso. Le femmine devono pensare a fare le mogli. Il padre sorride, la prende sulle ginocchia, sfogliano i libri insieme. È il 1943. Alda ha 12 anni. Sta facendo i compiti, d’improvviso c’è un boato, trema tutto. Sono i bombardamenti! Alda si rifugia sottoterra, quando riemerge la sua casa non c’è più. Scappa in campagna, lavora nelle risaie, stringe i denti, appena può scrive versi, la poesia è la sua unica amica. Passano tre anni. La guerra è finita, Alda torna in città, riprende la scuola e si rimette a scrivere. Il padre questa volta non sorride. Figlia mia, lascia stare, di poesia non si mangia. Alda prova ad ascoltarlo, ma è più forte di lei. Passa il tempo. Ha 18 anni. Conosce un uomo, si chiama Ettore, fa il panettiere. Si sposa, diventa mamma di quattro bambine, finalmente è libera di scrivere come e quando le pare. Ma qualcosa non va. Un momento è felice, quello dopo urla, piange, distrugge tutto. Il marito non sa che fare, chiama l’ambulanza. Alda si ritrova in ospedale, la diagnosi è terribile. Disturbo bipolare. In un attimo tutto cambia. Le figlie vanno in affido, Alda finisce in manicomio. È annebbiata dai farmaci, svuotata dall’elettroshock, ma ha fame di vita. Punta le unghie e si trascina fuori dalle tenebre. È il 1983. Dopo quasi dieci anni, Alda viene dimessa. Bussa alla porta della sua vecchia casa. Il marito è morto per un brutto male, le sue bambine si sono rifatte una vita. Alda fissa il baratro, poi guarda dentro di sé, cerca una luce, e la trova. Scrive come una forsennata, i suoi libri hanno successo, e le assicurano pure il pane sulla tavola. Passano gli anni. Alda Merini è diventata una poetessa affermata, ha vinto i suoi demoni, ha trovato il suo equilibrio, ma quando le figlie ormai adulte vanno a trovarla, non ha il coraggio di guardarle negli occhi. Sono una pazza, una madre degenera, una fallita. Emanuela, Barbara, Flavia e Simona la riempiono di baci e asciugano le lacrime della loro mamma.
Lei è Alda
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