Lei è Agnieszka. Nasce in Polonia nel 1976. La famiglia può permettersi pochi lussi, i genitori le ripetono di non scoraggiarsi, fuori c’è un mondo migliore che la aspetta. Agnieszka cresce. Prende il diploma, si sposa, vorrebbe fare l’università, ma non ci sono soldi. Mamma, papà, io vado in Italia, guadagno quel che serve e torno. È il 2000. Agnieszka ha 24 anni. Lascia la famiglia, il marito e parte. Una zia la ospita in Toscana. Trova subito lavora come badante, ma non conosce una parola di italiano, si sente persa. È arrivata da una settimana e vuole già tornare a casa. Stringe i denti. Compra libri, dizionari, studia di notte, impara il vocabolario a memoria, in tre mesi parla italiano. Passa un anno. Agnieszka fatica a tirare avanti, per fortuna il marito la raggiunge. Con due stipendi la vita cambia, Agnieszka prende casa e mette qualcosa da parte. La gioia più grande è la nascita della sua prima figlia, seguita poi da un bel maschietto. Agnieszka spera di poter finalmente rallentare un po’, ma da un giorno all’altro suo marito perde il lavoro. Ora il peso della famiglia è sulle sue spalle. Agnieszka si alza all’alba, bada agli anziani per tutta la mattina, nel pomeriggio pulisce le case, la sera lava i piatti nei ristoranti. È a pezzi. Il marito accetta un lavoro in Svizzera, Agnieszka ha paura di restare sola, ma non può permettersi di crollare. È il 2016. Agnieszka lava i piatti in una osteria, si confronta spesso con il cuoco. Aiuta, propone, consiglia. Il proprietario la osserva, da un po’, le offre un posto dietro i fornelli. Oggi Agnieszka ha 44 anni, è diventata la proprietaria dell’osteria, i clienti le fanno i complimenti per i suoi piatti, e questo la riempie di orgoglio. La sua strada è stata tutta in salita, ha dovuto superare tanti ostacoli, e una brutta malattia. Quante volte si è ritrovata a piangere in cucina pensando di non farcela a pagare l’affitto, le bollette, i vestiti e le scarpe per i figli. Non si è arresa, e ora si sente più forte che mai.
Lei è Agnieszka
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