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Lei è Ada

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  • Bambini/Figli, Matrimonio, Politica sociale, Storie

PUBBLICATO IL

  • 4 Agosto 2020

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Lei è Ada. Nasce a Spruce Creek, in Alaska, nel 1898. Ada è di etnia Inuit, cresce con i monaci, impara a cucinare, cucire e leggere la Bibbia. È il 1914. Ada ha 16 anni. Si sposa, ma il matrimonio non è come pensava. Lei e il marito vivono nella miseria, lui è alcolizzato, la picchia. Ada subisce in silenzio. Mette al mondo tre bambini, due muoiono appena nati, solo uno sopravvive, Bennet. È fragile, si ammala spesso. Ada lo cura con amore, è la sua unica ragione di vita. È il 1921. Ada è fuori con la famiglia. Camminano nel bosco. Il marito si allontana, sparisce. Ada si guarda intorno, è in mezzo al nulla, fa freddo. Deve fare qualcosa, o morirà. Prende in braccio il figlio, cammina per 65 chilometri, raggiunge la città più vicina. Sono salvi, ma Bennet si è ammalato. Ha la tisi. Ada è disperata, per curarlo servono soldi. C’è solo una possibilità, lascia il figlio in orfanotrofio e cerca un lavoro. Un marinaio sta preparando una spedizione di sei mesi, ha bisogno di qualcuno in grado di cucire i vestiti per i viaggiatori. Ada accetta senza nemmeno pensarci. Le presentano i compagni, sono inesperti, il viaggio è male organizzato, Ada è l’unica donna. Tentenna, forse è meglio lasciar perdere. No, il suo Bennet ha bisogno di lei. È il 15 settembre. Partono. Arrivano in un piccolo isolotto della Siberia. Ada si occupa della casa, cucina, cuce abiti caldi con le pellicce degli animali. Passano sei mesi. È tempo di rientrare, ma nessuno viene a prenderli. Aspettano. Le provviste scarseggiano. La selvaggina anche. È l’ottobre del 1922. Ada si dispera, tre compagni partono per cercare aiuto, lei resta in casa con il quarto, che si è ammalato. Passano mesi. Gli uomini non tornano. Il malato muore. Ada è sola. È allo stremo, solo il pensiero del figlio la tiene lucida. Deve vivere. Impara a cacciare, a tenere lontani gli orsi. È l’agosto del 1923. Ada sente dei rumori. Corre fuori. Non crede ai suoi occhi, è una nave, sono tornati a prenderla. Si butta a terra, piange. Dopo 703 giorni, Ada Deletuk torna a casa, con i soldi per far curare suo figlio.

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