Lui è Gianluca Graci, proprietario di un locale a Licata, Sicilia. Ha assunto nella sua squadra dei ragazzi africani.
Alcuni clienti hanno minacciato di non tornare: non vogliono mangiare una pizza fatta da neri, vedere che mettono le mani negli ingredienti fa senso, anche altri ristoratori ne hanno assunti, ma li tengono ben nascosti alla vista, dicono.
Gianluca non è riuscito a trattenersi. Ha aperto i social e ha dato a tutti quegli imbecilli, così li ha definiti, il ben servito: l’unica differenza tra bianchi e neri, è che loro hanno visto la fame, e vogliono riscattarsi con il lavoro. Sono educati, volenterosi, sanno cosa significa la riconoscenza.
I bianchi invece pretendono, non ricambiano e fanno pure i conti in tasca. “Siete voi razzisti a dovervi vergognare. Mi fate senso, e anche paura”.
Alcuni clienti hanno minacciato di non tornare: non vogliono mangiare una pizza fatta da neri, vedere che mettono le mani negli ingredienti fa senso, anche altri ristoratori ne hanno assunti, ma li tengono ben nascosti alla vista, dicono.
Gianluca non è riuscito a trattenersi. Ha aperto i social e ha dato a tutti quegli imbecilli, così li ha definiti, il ben servito: l’unica differenza tra bianchi e neri, è che loro hanno visto la fame, e vogliono riscattarsi con il lavoro. Sono educati, volenterosi, sanno cosa significa la riconoscenza.
I bianchi invece pretendono, non ricambiano e fanno pure i conti in tasca. “Siete voi razzisti a dovervi vergognare. Mi fate senso, e anche paura”.