Noi facciamo una tv che si occupa di tutti i temi, anche di cronaca, e può capitare di andare oltre ciò che è editorialmente giusto.
Una cosa simile però non si deve ripetere: penso che dovremo alzare ulteriormente il livello di attenzione e sensibilità.
Non voglio dire basta a questo tipo di giornalismo, sarebbe come tornare indietro. Ma il punto è come viene fatto.
Servono attenzione e sensibilità, non è facile. Le Iene è un programma fatto da signori professionisti, Davide Parenti, l’autore, è bravo.
Ma è una questione di sensibilità personale, e da editore dico che quella cosa lì non mi è piaciuta.
È un lavoro complesso e può capitare, ma a maggior ragione bisogna tenere alto il livello di guardia”.
Lui è Pier Silvio Berlusconi.
E questi sono i fatti.
Un ragazzo di 24 anni, Daniele, si è tolto la vita dopo aver scoperto che la donna con cui aveva da tempo una relazione via chat, in realtà era un uomo.
Le Iene si sono occupate del caso a modo loro, e dopo aver raccolto la denuncia dei familiari della vittima, sono risaliti a Roberto Zaccaria, 64 anni, presunto responsabile della morte di Daniele.
Nel servizio della trasmissione, Zaccaria, raggiunto da una troupe nel centro del paese, è stato mandato in onda con il volto oscurato, ma alla fine è stato riconosciuto da tutti, e il giorno dopo sui muri di Forlimpopoli sono apparsi manifesti con su scritto: “Devi morire, maledetto”, “Devi bruciare all’inferno”.
Da qui sarebbe maturata la decisione di togliersi la vita.
Ora, mentre la procura di Forlì ha aperto un fascicolo di indagine a carico di ignoti per l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio, monta la polemica contro la gogna mediatica e la giustizia imposta a favore di telecamera.
Sulla vicenda, è intervenuto Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset.
Serve attenzione e sensibilità.
Da parte di tutti, nessuno escluso.