Ha una scuderia e lavora in banca.
La sua macchina era dal meccanico, abita in campagna, non ci sono mezzi che la portano a Cesena, per cui ha ha chiesto di lavorare da casa.
L’azienda lo consente, è suo diritto richiederlo, ma la capoufficio le avrebbe risposto di no.
Tabita è montata sul cavallo ed è andata al lavoro: “Una protesta pacifica contro gli abusi di potere”.
“La mia auto era in officina a riparare, per cui ho chiesto di lavorare da casa.
Era un mio diritto, l’azienda lo permette. Ma la mia capoufficio ha detto no.
Secondo lei si trattava di una questione domestica: quindi avrei dovuto usare dei giorni di ferie.
Abito in aperta campagna, non ci sono mezzi pubblici, non avevo alternativa.
Ho preso il mio cavallo e ho percorso 13 chilometri fino all’ufficio.
Ho scelto questo gesto per protestare, perché non è giusto restare zitti di fronte a un abuso di potere”.