Lei è Valbona, ha 13 anni, vive a Scutari, in Albania. Cresce in una casa piena d’amore. Si prende cura della madre malata, mentre il padre lavora sodo. Dice che i sacrifici non sono un peso quando li fai per la famiglia. Valbona ha 21 anni. Incontra Gimi. È un ragazzo solido, onesto, come il suo papà. Si sposano. Vivono tutti insieme, Valbona resta al fianco della mamma, finché chiude gli occhi per sempre. È un dolore enorme, reso più dolce dalla nascita del suo primo figlio. Valbona vuole crescerlo nel paese che ama, ma l’Albania sta cambiando, ci sono caos e disordini. Il padre la abbraccia. Parti figlia mia, prenditi cura della tua famiglia, dona agli altri tutto quello che puoi, e sarai la persona più felice del mondo. Valbona arriva in Italia. Vive con il marito e il figlio in una casa minuscola, arrivano appena a fine mese. Valbona lava i piatti in un ristorante, è brava, precisa, le fanno i complimenti. Ma in televisione dicono che gli albanesi rubano, non c’è da fidarsi. Valbona soffre. Si rimbocca le maniche, anche Gimi lavora sodo, pezzo dopo pezzo costruiscono una vita semplice e dignitosa. Nasce un altro bambino. È bellissimo, silenzioso. I medici parlano di autismo. Valbona legge, si informa, non pensa agli ostacoli, ma a come fare per superarli. È abituata agli sguardi sprezzanti di chi la considera un’albanese. Si abitua a chi giudica suo figlio diverso dagli altri. Passano gli anni. Valbona fa le pulizie in una cooperativa per disabili. Negli occhi di quei ragazzi rivede il suo bambino. Cura quel posto come fosse casa sua. Cucina, riempie le stanze di fiori e d’amore. I ragazzi la cercano, i volontari iniziano a coinvolgerla nelle attività. Valbona dà tutto quello che ha, senza riserve. Oggi ha 52 anni. Si è laureata in Scienze dell’educazione. Lavora da vent’anni con i disabili. Il suo papà non c’è più, Valbona lo ringrazia ogni notte per i valori che le ha trasmesso. I suoi figli sono diventati giovani onesti. Il marito è al suo fianco. Sono uniti, forti. Sono una famiglia. Valbona si sente la donna più felice del mondo.
Lascia l’Albania, lavora con i ragazzi disabili, si prende cura della famiglia, come le ha insegnato suo padre
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