Era pomeriggio, è uscita sul pianerottolo e ha sentito qualcuno urlare: Nezha, la sua vicina di casa stava partorendo, assistita solo dalla figlia di 8 anni.
Era andata in ospedale, ma l’avevano rimandata indietro perché non era ancora il momento. Appena tornata a casa, sono arrivate le doglie.
Vanessa aveva visto nascere i bambini solo nei film.
Si è improvvisata ostetrica.
Il piccolo Emran è venuto al mondo sano e salvo. Vanessa ha provato un’emozione incredibile, pensare che con la vicina si salutava appena, non sapeva neanche che fosse incinta.
“A volte dovremmo ricordarci di alzare gli occhi, guardarci in faccia e salutarci”.
“Era pomeriggio quando mio marito mi ha detto: guarda che la vicina sta partorendo.
Io non ho capito a chi si riferisse e sono uscita sul pianerottolo di casa.
C’era una porta spalancata: ho visto Nezha stesa sul letto in preda alle doglie.
Ho subito notato la testolina che stava spuntando. Non sono un’ostetrica ma ho capito che non c’era tempo da perdere.
Mi sono messa accanto a lei e l’ho spronata: spingi, spingi! Mi sentivo in un film.
Lei ci stava già provando da tanto, era esausta. Ma quando le ho detto devi farcela, la testa sta diventando viola, ha ritrovato le forze.
Ha spinto con tutta l’energia che aveva in corpo: il bimbo è nato.
L’ho preso in braccio e gli ho dato dei colpetti sulla schiena, finché non ha pianto. E allora mi sono sentita bene: tutto era andato per il meglio.
Sono contenta di aver aiutato una creatura a nascere. Ora sento un legame con Nezha, pensare che fino a quel momento ci eravamo salutate appena”.