Lui è Abdelkader. Nasce in Algeria, ma ci sta poco. Un giorno sale sulle spalle della mamma e si mette in viaggio. Arriva in un un piccolo paesino della Francia. Vive in una minuscola casetta, ogni volta che si affaccia alla finestra scorge un edificio mai visto prima. I genitori dicono che è una chiesa, non è roba per i musulmani come loro. Abdelkader però è curioso. Esce di casa, fissa le vetrate colorate, poi sbircia dal portone. C’è una candela accesa. Non sa perché ma il suo cuore si riempie di gioia. Abdelkader fa qualche passo in avanti. Bambino, cosa stai facendo qui? Si gira di scatto, è pronto a fuggire, ma l’uomo con il colletto bianco sorride. Gli fa visitare la chiesetta, poi lo porta sul retro, c’è un grande spiazzo pieno di bambini che lo invitano a giocare. Abdelkader ha una voglia matta, ma vuole essere onesto. Io sono musulmano. Il parroco sorride. Dio ha molti nomi, ma è sempre Dio. Abdelkader frequenta l’oratorio, si fa tanti amici, è felice. Un giorno però un compagno sta molto male. Tutti piangono, Abdelkader corre in chiesa, d’istinto s’inginocchia. Congiunge le mani, prega per giorni interi, finché l’amico guarisce. Abdelkader guarda la chiesetta. Grazie per avermi ascoltato, non lo dimenticherò. Cresce, si sposa, ha sette figli, continua a vivere nella stessa casa. È il 2004. Il custode muore, nessuno può prendere il suo posto, la chiesetta deve chiudere i battenti. Abdelkader è preso dalla nostalgia. Da quanto non mette piede in quel posto? Ci passa davanti. Vede un’anziana che bussa, scuote la porta serrata, si asciuga le lacrime e se ne va. Abdelkader ha una stretta al cuore. Afferra il telefono, dopo mille giri ottiene il numero del vecchio parroco. Lasciate fare a me, ci penso io. Oggi Abdelkader ha quasi ottant’anni, è il custode della chiesetta, ogni giorno apre e chiude le sue porte. Gli amici non capiscono, che gli importa di quella roba cristiana? Abdelkader varca la navata, sbircia dentro, scorge un lume acceso, il suo cuore si riempie di gioia come quando era bambino. Dio ha tanti nomi, ma è sempre Dio.
La chiesa senza custode chiude i battenti, riapre grazie a un musulmano cresciuto all’oratorio
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