Ha preso un taxi a Genova, ha chiesto di pagare i 32 euro della corsa con il bancomat.
L’autista aveva il pos, ma si è rifiutato urlandole contro e agredendola verbalmente: la pacchia è finita, ora posso fare come voglio.
Appare chiaro il riferimento al dibattito che si è scatenato in giorni attorno alla manovra economica che permetterebbe a esercenti e tassisti di rifiutare l’utilizzo del pos per pagamenti sotto i 60 euro.
“Ero a Genova, ho preso un taxi per l’aeroporto: ho visto che c’era il pos, quindi ho chiesto di pagare le 32 euro della corsa con il bancomat.
L’autista si è rifiutato. Ha detto che ora lui non è più obbligato, che la pacchia è finita, a lui servono i contanti.
Di fronte alle mie obiezioni ha iniziato a urlare con arroganza che ora lui finalmente può fare come vuole.
In questi anni ho subito decine di episodi simili. Ho deciso di raccontare questo per il livello di aggressività verbale.
E perché per la prima volta il mio interlocutore si sentiva legittimato a comportarsi così, pur avendo il pos in auto.
È un peccato che soggetti del genere screditino una categoria fondamentale per la mobilità nel nostro paese.
Una categoria di lavoratori onesti, esposti a turni stancanti e a grandi rischi.
Sono i tassisti per bene, non i clienti come me, i primi a essere danneggiati da questi episodi”.