Hanno provato a rianimarlo sul luogo dell’incidente, poi lo hanno portato in ospedale, e dopo numerosi tentativi di salvargli la vita, Chris è morto su un letto della terapia intensiva.
Rintracciato e denunciato per omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso, il pirata della strada, un uomo di 39 anni, inspiegabilmente, non è stato nemmeno arrestato.
Il dolore della mamma, la rabbia dei parenti, il ricordo dell’insegnante che non dimenticherà mai l’abbraccio dopo il concerto di fine anno.
Nelle parole di chi lo ha amato c’è tanta rabbia, ma soprattutto la voglia di guardare negli occhi il responsabile.
Perché non si può morire così, e soprattutto non si può abbandonare una persona, un ragazzo, sul ciglio di una strada.
“Mio figlio era buono. Non doveva morire in quel modo. Lasciato a terra come un cane.
Vogliamo vedere se questa persona ha il coraggio di presentarsi e pagare per quello che ha fatto.
Certe cose non possono succedere. E invece, purtroppo, sono sempre più frequenti.
È ancora più grave che chi l’ha investito non si sia fermato. Dobbiamo chiederci il motivo.
Non ho parole o lacrime, solo tanta rabbia. Gioia di vivere, speranze, riscatto falciati in pochi attimi.
Il tuo abbraccio con il mazzo di fiori dopo il concerto di fine anno, rimarrà indelebile nei miei ricordi.
Tutta la scuola ti ricorderà sempre e si stringe al dolore della tua famiglia.
Addio Chris, continua a giocare a calcio fra le nuvole”.