Lei è Marcela. Ha 48 anni, vive in Argentina. È infermiera nel reparto maternità. È il 2012. Marcela controlla i neonati nelle cullette. C’è un bambino che piange come un disperato. Marcela sorride, dice di stare tranquillo, la sua mamma arriverà presto. Continua il giro, quando torna indietro, il bambino è ancora lì. Solo, in lacrime. Marcela lo tiene d’occhio nei giorni successivi, nessuno va mai trovarlo. Forse la madre sta male. Marcela chiede ai colleghi. Quel bambino è stato abbandonato alla nascita. Ha la sindrome di down e quando i genitori l’hanno capito, non ne hanno più voluto sapere. Ora sono in ballo gli assistenti sociali, nessuno sa cosa accadrà, non sono in molti a volersi far carico di un bambino con disabilità. Marcela sente una stretta al cuore. Guarda il piccolo. È così bello. Torna da lui ogni giorno, gli parla, lo stringe al petto, canta. Appena sente la sua voce, il bambino smette di piangere. Ogni sera Marcela lo rimette nella culla, separarsi da lui è uno strazio. Non ha figli, pensava di non volerne, ma di colpo la sua casa sembra vuota. Passano le settimane, Marcela sta dando il latte al bambino. Vorrei darti un nome, ti piace Santiago? Il piccolo apre gli occhietti, la guarda. Qualcosa dentro di lei si spalanca. E si riempie di amore. Non può permettere che finisca in un orfanotrofio, o chissà dove. Si informa, parla con chi di dovere. Ci sono una serie infinita di formalità, ma non si scoraggia. Passano i mesi. Marcela viene convocata dal giudice. Signora è sicura di quello che sta facendo? Marcela sorride. Prende suo figlio tra le braccia, e lo porta a casa. Oggi Santiago ha 10 anni. È un bambino felice, va a scuola, ha tanti amici, e una madre che lo ama.
infermiera adotta un bambino abbandonato in ospedale perché nato con la sindrome di down
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