È stata in Iraq, in Siria, in Yemen e Libano.
Durante alcuni di questi viaggi era incinta.
Clarissa è sposata, ha due figli, è in attesa del terzo.
È al quinto mese di gravidanza e come altre volte, ha deciso di partire per fare il suo lavoro.
Ora si trova in Ucraina per girare uno speciale sul primo anniversario dell’invasione della Russia.
Al momento sta bene, non ha nausee, si sente piena di forze.
Non è una sprovveduta, sa a cosa va incontro. Ha fatto la sua scelta.
“Sono incinta di 5 mesi, ho deciso di andare in Ucraina per girare uno speciale sull’anniversario dell’invasione.
Non andrò in prima linea. La squadra ha fatto di tutto per individuare le strutture prenatale che si troveranno lungo il nostro percorso.
Sarà impegnativo con i viaggi e il freddo intenso, ma non è la prima volta che lo faccio.
Migliaia di ucraine vivono la stessa esperienza. La loro non è una scelta, certo, ma le sento più vicine, e mi dà forza.
Da quando sono madre, sono emotivamente più esposta e più sensibile alle sofferenze degli altri.
Tendo ad essere più fisica, ad abbracciare di più le persone, ad essere più coinvolta dalle storie di sofferenza.
Puoi sperimentare la maternità, essere una donna e parlare di conflitti. È il mio lavoro”.