Lavora come mediatrice culturale, per arrotondare fa la ragazza immagine in un locale di Milano.
Alle 5 del mattino, dopo il lavoro, era sul treno per casa.
Un uomo si è calato i pantaloni e ha iniziato a toccarsi, andandole vicino.
Gnima non si è fatta spaventare, ha reagito e girato un video per denunciare la scarsa sicurezza sui treni.
L’uomo è stato individuato e denunciato per atti osceni, ma qualcuno ha avuto il coraggio di chiedere a Gnima come era vestita.
Lei è stanca di questa retorica maschilista.
È necessario, dice al Corriere, fare qualcosa di concreto.
Una donna non può aver paura di prendere il treno.
“Ero in stazione a Milano alle cinque del mattino. Tornavo a casa dopo il lavoro. Sulla banchina c’era un uomo che mi fissava.
Sono salita sul treno e me lo sono ritrovato vicino. Si stava masturbando. Mi è gelato il sangue.
Ho preso il telefono e fatto un video, lui se n’è accorto. È scappato in bagno, ma poi è tonato indietro.
Si avvicinava, sempre con i pantaloni abbassati. Gli ho dato un calcio e finalmente è sparito.
Una settimana dopo mi hanno convocata gli agenti per dirmi che l’avevano trovato: L’ho denunciato.
Non è la prima volta che mi capita, per questo ho condiviso il video come prova di ciò che può capitare a qualsiasi donna.
Diverse persone mi hanno chiesto come ero vestita. Come al solito non si empatizza con la vittima.
Ho deciso di parlare perché si deve fare qualcosa di concreto per la sicurezza dei pendolari: servono dei vigilanti.
Ho sentito di vagoni rosa, riservati alle donne. È assurdo, eppure mai come oggi ce ne sarebbe bisogno”.