Lui è Paolo Parolini, ha 35 anni, è uno dei presidi più giovani d’Italia, dirige la scuola media di Mira, in Veneto.
Qualche giorno fa è stato aggredito per i corridoi da uno degli insegnanti.
È scoppiato un diverbio per motivi professionali, il professore ha alzato la voce, poi è passato alle mani.
Paolo è stato preso a calci e pugni in faccia, davanti agli studenti.
L’insegnante è stato denunciato, e rischia il licenziamento.
Paolo non ha interesse a puntare il dito, vuole tornare al suo lavoro, e ai suoi studenti: la violenza non è mai accettabile, a scuola ancora meno.
Qualche giorno fa è stato aggredito per i corridoi da uno degli insegnanti.
È scoppiato un diverbio per motivi professionali, il professore ha alzato la voce, poi è passato alle mani.
Paolo è stato preso a calci e pugni in faccia, davanti agli studenti.
L’insegnante è stato denunciato, e rischia il licenziamento.
Paolo non ha interesse a puntare il dito, vuole tornare al suo lavoro, e ai suoi studenti: la violenza non è mai accettabile, a scuola ancora meno.
“Ero arrivato a scuola da poco, uno degli insegnanti ha iniziato a urlarmi contro, poi mi ha aggredito.
Mi ha colpito con calci e pugni in faccia nel bel mezzo del corridoio.
Tanti studenti hanno assistito alla scena, questa è la cosa che più mi dispiace.
Le ferite interiori di chi assiste a un’aggressione sono ben più gravi di quelle fisiche che ho subito io.
Appena mi sono ripreso ho fatto un giro di tutte le classi, volevo rassicurare i ragazzi e accertarmi che stessero bene.
Sono loro le vere vittime, non io.
È per loro che fin dal giorno successivo allo scontro ho voluto tornare in servizio.
Desidero soltanto continuare a lavorare serenamente per il mio istituto”.