Lui è Paolo. Vive a Roma. Ha lavorato una vita senza fermarsi, ha dedicato ogni istante ai figli e alla moglie. Poi è andato in pensione, ma di riposarsi non se ne parla. Paolo sente di avere ancora tanto amore da dare. Lo riversa sui quattro nipoti, sono la sua gioia, la sua luce. Li porterebbe sulla luna se glielo chiedessero. Intanto desidera più di ogni cosa mostrare ai suoi gioielli il luogo in cui è cresciuto.
È agosto. Paolo ha 73 anni. Organizza una vacanza con la moglie e i bambini sul lago Trasimeno, in Umbria. La figlia è preoccupata. Papà ti stancherai. Paolo è irremovibile, rinunciare sarebbe un affronto. Noleggia un pedalò e porta i piccoli al largo. Nuota con loro, qualche schizzo, tante risate. All’improvviso una fitta gli attraversa il petto. Paolo mette una mano sul cuore, respira a fatica. Il corpo non risponde, l’acqua lo trascina giù. Una nipote vuole giocare, Paolo pronuncia una frase che mai avrebbe pensato di dire. Tesoro, nonno non ce la fa.
Vede la sua espressione preoccupata, le labbra della piccola si muovono, ma non distingue i suoni. Tutto è ovattato, lontano. Ha paura. In quel momento qualcosa lo afferra. Quelle manine che ha stretto tante volte, lo prendono. Sono piccole, ma forti. Lo tengono a galla, attraversano la corrente con una forza disumana, e lo trascinano a riva.
Paolo tocca terra. Guarda i volti di Priscilla, Edoardo, Diletta e Clarissa. I suoi gioielli l’hanno sorretto con la forza dell’amore. Quello stesso amore infinito e potente che lui ha donato fino all’ultimo. Lì, nel posto che più ama al mondo, con i suoi tesori, si sente felice. Sorride, poi chiude gli occhi per sempre. Per Simona e tutta la famiglia, il dolore è forte, fresco, ma quando osserva quei piccoli eroi si sente meglio. Sono forti, tenaci, generosi. Nonno Paolo vive in ognuno di loro.