Lei è Nadima. Vive in Afghanistan. È una bambina, vuole uscire a giocare, ma i genitori dicono che fuori ci sono i talebani, gente cattiva. Un giorno fanno le valigie, lasciano il paese, ripetono che è per colpa di quegli uomini malvagi. Nadima saluta la sua terra con le lacrime agli occhi. Cresce in Canada, studia, trova un lavoro, conduce una vita normale. È felice, ma le manca qualcosa. Ha 38 anni. Dall’Afghanistan arrivano brutte notizie, i talebani sono tornati al potere. Nadima osserva in televisione quegli uomini armati. Cerca la rabbia, l’odio dentro il suo cuore. Trova solo tanta tristezza. Rivede strade conosciute, colori che sente suoi, il suo popolo ha paura, chiede aiuto. Il sangue di Nadima ribolle, la sua anima brucia. Fa le valigie, raggiunge zii e cugini rimasti nella sua terra. Cosa ci fai qui, tutti stanno fuggendo! Nadima sorride. Proprio per questo è importante restare. Apre una Ong, offre protezione alla sua gente. Un giorno i talebani fanno irruzione. Fucili puntati, afferrano un uomo inglese e lo arrestano. Nadima allarga le braccia, guarda quegli uomini armati dritta negli occhi. È mio ospite, se prendete lui, dovete prendere anche me. Si ritrova in cella. I talebani la insultano, tentano piegarla con la forza. Nadima li invita a sedersi, offre loro del tè, vuole parlare, conoscerli. Chiede e dà rispetto. Gli uomini sono spiazzati. Urlano, balbettano, infine si scusano. Nadima viene rilasciata dopo un mese. Decide di raccontare la sua vita sui social con ironia, eleganza e coraggio. Lo fa per se stessa, per la sua gente, anche per quegli uomini armati. Si ferma per strada a parlare con loro, se provano a maltrattarla, allarga le braccia pronta ad abbracciarli. Offre conforto e comprensione, come una madre. Combatte la violenza con l’empatia. Sa che sta giocando con il fuoco. Ma non se ne andrà mai dalla sua terra. Non esistono uomini cattivi, solo uomini feriti. Sono cresciuti nell’odio e nella violenza, dovrebbero andare da uno psicologo invece di gestire uno Stato, voglio aiutarli a riconnettersi alla vita, alla gioia, al bene.
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