Lui è Luis. Vive in Messico. Ama studiare, finisce la scuola a pieni voti, sogna di diventare ingegnere, lavorare in grandi aziende, confrontarsi con persone e realtà differenti. Ne parla in casa, mamma e papà hanno le lacrime agli occhi. Tesoro ci dispiace, non abbiamo abbastanza soldi per l’università. Luis torna con i piedi per terra. Guarda i genitori fare i lavori più umili e tirare la cinghia, solo per portare a casa quel poco che basta. Vuole darsi da fare, proprio come loro. Esce di casa e cerca lavoro. Un benzinaio gli mette in mano straccio e detersivo, lo manda a pulire i vetri delle auto. Luis lavora giorno e notte. Dimentica amici, divertimento e riposo, si infila tra le auto in coda. Si becca fischi, insulti, risate. I più generosi gli mettono in mano delle monetine. Luis si sente umiliato. I genitori gli stanno accanto e lo sostengono. Siamo fieri di te. Dicono che l’umiltà costa cara, ma è un valore indispensabile nella vita e nel lavoro, lo porterà lontano. Quando tutto si fa pesante, quella frase lo tiene a galla. Passano i mesi. Luis apre il salvadanaio, bastano giusto per pagare la prima retta. Gli sembra un sogno. Mette la testa sui libri e supera tutti i test, poi si iscrive all’università dei suoi sogni. Lavora di giorno e studia di notte, con impegno e dedizione. Lo deve a se stesso, e ai suoi genitori. Passano gli anni. Luis supera un esame dopo l’altro, finalmente sale sul palco e discute la tesi. Dice che l’umiltà è la chiave per adattarsi a ogni cambiamento, costa cara, ma porta lontano. I professori gli stringono la mano. Congratulazioni Dottore! Luis abbraccia i genitori. È pronto a spiccare il volo, ma non dimenticherà mai da dove è partito.
Ho fatto il lavavetri per pagarmi l’università. Ne vado fiero, ho imparato l’umiltà e il rispetto
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