Lei è Elisa. Ha 26 anni, vive in Giappone. L’arte è la sua passione più grande, quando dipinge si sente libera, completa. È sera. Elisa torna dal lavoro, si guarda le spalle. Un uomo la segue. Trema di paura, stringe i pugni, il cuore batte all’impazzata. Corre in casa, chiude la porta e tira un sospiro. Il giorno dopo lo rivede sui mezzi, poi in strada, davanti all’ufficio. Elisa chiede aiuto, urla con tutto il fiato che ha in corpo. L’uomo viene allontanato, ma ansia e angoscia rimangono, premono sul suo petto fino a toglierle il respiro. Deve fare qualcosa per liberarsi di quel fardello. Ripensa alla sua storia, poi prende i colori e se li sparge addosso. Dolore, panico, incubi. Tutto ciò che ha vissuto prende vita sulla sua pelle, colore dopo colore. Finisce con il fiato corto e le lacrime agli occhi. Finalmente si sente leggera. Si chiede quante altre persone si portino dentro un peso. È curiosa, parla con chiunque, fa domande, ascolta le risposte. Tutti hanno una storia, tutti combattono la loro battaglia. Bullismo, lutti, traumi, malattie. Elisa non riesce a darsi pace. Vorrebbe liberare ognuno di loro, fargli capire che si può guarire. Dentro di lei si accende una luce. Vuole mettere la sua arte a disposizione degli altri. Scende in strada, ferma gli sconosciuti, ci parla, entra nelle loro storie, indossa la loro pelle, poi la colora. Viso, braccia, gambe, schiena. Colora i corpi, esorcizza la loro sofferenza, la tira fuori e l’affronta a mani nude. I colori devono essere forti, decisi, accesi. Come tante vittorie. Tutti la ringraziano, qualcuno si commuove, le dice che grazie a lei ha vissuto il giorno più bello della sua vita. Elisa si riempie d’orgoglio, ricca di un tesoro che farà suo per sempre. Oggi ha 30 anni ed è un’artista. Porta avanti il suo progetto e collabora con grandi aziende. Ha usato la sua sofferenza come trampolino per raggiungere i suoi sogni, e ha imparato a non giudicare, ad essere gentile con gli altri e abbracciare il dolore. Non servono parole, i colori e il corpo di una persona bastano ad esprimerne l’anima.
Ha paura, urla, poi corre in casa, chiude la porta, prende i colori e se li sparge addosso su tutto il corpo
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