Si era stabilita a Siracusa, in Sicilia, con la sua famiglia. Voleva far crescere i suoi quattro figli in quel posto che giudicava bellissimo.
Dopo due mesi ha cambiato idea.
È rimasta delusa dal sistema scolastico, che per la sua esperienza fa acqua da tutte le parti: insegnanti impreparati, strutture inadeguate e un metodo d’insegnamento antiquato l’hanno convinta a fare le valigie e trasferirsi in Spagna.
Non vuole fare di tutta l’erba un fascio, gli insegnanti fanno quello che possono, ma è il sistema italiano che non funziona. Lo Stato che deve aprire gli occhi.
Investire nella scuola significa investire nelle nuove generazioni, e quindi nel futuro della Nazione.
“Sono venuta a vivere in Sicilia con i miei 4 figli, volevamo sperimentare il vostro clima e la vostra cultura fantastici.
Sono bastati appena due mesi per renderci conto che non ne valeva la pena.
Mio figlio di 6 anni mi ha raccontato che a scuola gli insegnanti urlano, usano il fischietto e picchiano sul tavolo.
Quello di 14 anni mi diceva di conoscere l’inglese meglio del professore.
Il sistema scolastico è povero, le classi sono rumorose e alcuni insegnanti sprezzanti.
I bambini trascorrono sulla stessa sedia l’intera giornata. Mentre in Finlandia stanno all’aperto diverse ore. I benefici sono molti.
Ci sono bravi insegnanti che fanno del loro meglio, ma non è facile viste le condizioni in cui si trovano le scuole.
Visiteremo la Sicilia come normali turisti. È un posto fantastico, con persone simpatiche, buon cibo, sole, ma quando si tratta di istruzione non ci siamo.
Bisogna investire di più sulle scuole. Ciao Siracusa”.