Lui è Matteo. Nasce nel 2002 a Modena, in Emilia-Romagna. È un bambino curioso, ama tutto quello che si muove su quattro ruote. Il mezzo che preferisce è il camion che raccoglie i rifiuti. Lo osserva incantato mentre carica e svuota i cassonetti. Dopo il suo passaggio le strade sono così pulite. Matteo è entusiasta. Quando vede qualcuno gettare delle cartacce a terra si arrabbia. Ha 12 anni. L’insegnante parla di inquinamento. Matteo ascolta con attenzione, fa ricerche per conto suo. È sconvolto. Il pianeta è davvero in pericolo! Matteo non vuole fare finta di niente. Prende un sacco, delle pinze, setaccia marciapiedi, ogni angolo del quartiere. Parla con le persone. Stiamo parlando della terra su cui viviamo, non si può rimanere indifferenti. Organizza eventi e camminate per raccogliere i rifiuti in tutta la città. A volte ci sono tante persone, altre quasi nessuno. Matteo non si ferma, sente che sta facendo la cosa giusta. È il gennaio del 2022. Ha 19 anni. Esce con gli amici. Decidono di inaugurare il nuovo anno scrivendo una lista dei buoni propositi. Matteo ci pensa su. Voglio raccogliere tre tonnellate di rifiuti. Gli amici sgranano gli occhi, è tanta roba. Matteo non perde tempo. Armato di pinza e sacco, percorre le strade di campagne, si inerpica per le scarpate che costeggiano la tangenziale, macina chilometri sulle spiagge di Lido di Volano, alla foce del Po. Trascorre pomeriggi interi chino sui rifiuti. È come svuotare il mare con un cucchiaio. Matteo vacilla. Prende un quaderno, giorno per giorno annota ogni minima quantità raccolta. Guarda tutti quei numeri e si sente meglio. Sono la prova concreta che quello che sta facendo non è inutile. Passa un anno. Matteo ha superato di gran lunga il suo obiettivo. E non ha intenzione di fermarsi. Vuole dare l’esempio. Le gocce sono minuscole, ma tutte insieme formano un oceano.
Fa una scommessa con gli amici e raccoglie da solo 3 tonnellate di rifiuti in un anno: non mi fermo qui
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