Lui è Fabio. Ha 37 anni. Vive a Santa Maria a Monte, in Toscana. È un ragazzo solare, attacca bottone con tutti. Studia come ingegnere meccanico, ma non si laurea. Lavora in una fabbrica di ascensori, poi scopre il marketing, ed è una ventata d’aria fresca. Fabio trova lavoro in un’agenzia di siti web. Viaggia molto, ha un buono stipendio, finalmente compra la casa dei suoi sogni. Dovrebbe essere soddisfatto, eppure ha uno strano malessere. È il 2020. Scatta il lockdown. Il mondo si ferma. Anche Fabio. Chiuso tra quattro mura, quella nota stonata diventa un chiodo fisso nel cervello. Si sente prigioniero. Della casa, ma anche della sua vita. Per la prima volta si rende conto di essere un criceto nella ruota. Corre da una parte e dall’altra, scende dal treno, prende l’aereo. Viaggia, ma non vive. I rapporti umani sono ridotti al minimo, trascorre tutto il suo tempo davanti a uno schermo. Fabio boccheggia. Non vuole passare la vita a lamentarsi. Non sa bene come, ma deve agire, in fretta. È il 2022. Fabio compra un camper, installa pannelli solari sul tetto, prende l’indispensabile e parte. Fa lo stesso lavoro di prima, ma lo fa on the road. Si ferma nel parco sotto casa per una riunione. È così vicino, eppure non l’aveva mai visto. Poco alla volta gira la Toscana, poi Milano, Roma. Manda email dalla veranda del camper, fa riunioni sull’erba. A San Casciano, tra una chiamata e l’altra, visita un’abbazia. In Sardegna discute con un cliente davanti alle spiagge più bianche che abbia mai visto. La sera stacca e visita i posti in cui si trova. Fa il pieno di arte, paesaggi, si riempie la pancia in tutte le trattorie. Non è una vita facile, gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, le beghe sul lavoro non sono diminuite, ma Fabio si scopre più rilassato e produttivo. Lo stress scivola via davanti a un tramonto. Non sa se continuerà quella vita in eterno, ma in qualunque modo vivrà, ha capito una cosa importante. Nel momento in cui non stava bene, ha avuto il coraggio ascoltarsi e seguire il suo cuore. Essere felici è una nostra responsabilità.
Ero schiavo del lavoro, il camper mi ha ridato la libertà
Fabio non sopportava più i ritmi frenetici a cui era obbligato in città. Ha preso le sue cose ed è partito. Continua a lavorare, ma su quattro ruote, intanto vive.
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