È uno dei pompieri immortalati in questa foto che ha fatto il giro del mondo.
Per Christian e i suoi colleghi sono giorni terribili: stanno cercando in tutti i modo di domare gli incendi che devastano la regione, di salvare il salvabile.
La paura è tanta, ma è compensata dalle persone. Da quella catena umana che si è creata attorno a loro che rischiano la vita.
Uomini e donne non li lasciano soli, offrono cibo, acqua, caffè, conforto.
La gratitudine delle persone, dice Christian al Corriere, vale più di ogni altra cosa.
Più del rischio, più della paura.
“In quella foto io sono quello in fondo a sinistra: era un punto sicuro vicino alla casa che bruciava.
Dovevamo prendere fiato un secondo perché ogni passo era un tuffo nel sudore, eravamo disidratati ed esausti.
Quando ho la mente sgombra, penso sempre alle facce e alle parole delle persone che ci hanno mostrato gratitudine.
C’erano mani sconosciute che ci portavano acqua, la gente ci chiedeva di continuo come potesse aiutarci.
E poi tutti quei grazie… la gratitudine della gente vale più di ogni altra cosa.
Rischiamo tanto, ma la parola magica è squadra. Noi siamo una squadra, siamo fratelli, ci guardiamo le spalle l’un l’altro.
Non è vero che il pompiere paura non ne ha. Ne ha eccome perché va sempre là dove la gente sta scappando.
Però la paura è quella che salva la pelle, ti costringe a stare attento a tutto, ti impone lucidità”.