Lui è Nicolò. Ha 3 anni. Abita a Vigevano, in Lombardia. Mamma e papà gli danno due bastoncini e lo mettono davanti a uno strano giocattolo blu. Sorridono. Tesoro, questa è una batteria, vuoi provare a suonarla? Nicolò non sa da dove iniziare, batte un colpo, poi un’altro. Il sangue ribolle, le mani si muovono da sole. Se la ride come un matto. Ci passa le ore, fa le smorfie, agita la testa, si sfoga. Quello strumento diventa parte di lui. Ogni pomeriggio Nicolò fa partire la musica, e inizia a pestare. Chiude gli occhi, immagina la folla, gli applausi. È bellissimo. Passano gli anni. I genitori gli regalano la sua prima, vera batteria. Nicolò batte sul rullante, la grancassa, i piatti. È il suo sogno. Non ha dubbi, farà il batterista. Qualcuno ride, sarà difficile, con la musica non si campa. Nicolò studia come un matto. La batteria richiede sacrifici, impegno, tempo, e Nicolò glieli dà senza pensarci. Con le bacchette in mano si sente a casa, libero. È il 2021. Nicolò ha 19 anni. Prende il diploma e si iscrive a una Scuola di musica. Impara nuovi generi, si confronta con grandi maestri e artisti che ha sempre ammirato. La musica gli scorre nel sangue, il suo cuore batte a ritmo. Poco alla volta arrivano le prime offerte per andare in tour con dei musicisti. Nicolò non riesce a crederci, è a un centimetro dal suo sogno. Fa le valigie e parte. È la sera del suo primo vero concerto. Nicolò sale sul palco, il cuore gli esplode nel petto. Cassa, charleston, rullante, tum, tum. Il palco è suo, non ce n’è per nessuno. Suona fino allo sfinimento. Per un attimo nella sala cala il silenzio. Poi si riempie di grida, applausi, fischi. Nicolò si guarda intorno. Sono per lui, non se li sta immaginando. Ripensa al sogno di quel bimbo davanti a una piccola batteria blu. Alle difficoltà, le incertezze, il sudore. Lo ringrazia per aver iniziato, per non aver mollato, e per averci creduto. Sempre.
Dicevano che con la musica non si campa, non li ho ascoltati. Ora suono davanti a migliaia di persone
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