“Questa non è una vittoria. Non è un traguardo. È la fine di un capitolo che è stato molto doloroso.
Se qualcuno mi avesse detto prima quanto dolore avrei provato, forse non ce l’avrei fatta.
Questa pena o le motivazioni che leggeremo ci ridaranno la mamma e il papà.
Però forse ci darà un po’ di pace, per quanto si possa avere pace dopo questo sconvolgimento.
Non so se lo perdonerò è una domanda così difficile che non ci sto pensando.
Non sto pensando a lui in questo momento, ma alla mamma e al papà”.
Se qualcuno mi avesse detto prima quanto dolore avrei provato, forse non ce l’avrei fatta.
Questa pena o le motivazioni che leggeremo ci ridaranno la mamma e il papà.
Però forse ci darà un po’ di pace, per quanto si possa avere pace dopo questo sconvolgimento.
Non so se lo perdonerò è una domanda così difficile che non ci sto pensando.
Non sto pensando a lui in questo momento, ma alla mamma e al papà”.
Lei è Madè Neumair, 28 anni, medico all’ospedale di Monaco di Baviera.
Il fratello Benno è stato condannato all’ergastolo con un anno di isolamento diurno per l’omicidio dei genitori Peter Neumair e Laura Perselli, strangolati con un cordino e gettati nel fiume Adige, a Bolzano.
Madè non riesce a parlare di perdono, non vuole pensare al fratello.
Pensa alla mamma e al papà, sono loro la cosa più importante.