Per oltre mezzo secolo la bottega della sua famiglia è stata un punto di riferimento per i pochi abitanti della cittadina.
Ora, a causa della troppa e spietata concorrenza, Matteo è costretto a chiudere.
Vecchi e nuovi clienti l’hanno ringraziato inviandogli oltre cento lettere scritte a mano.
Matteo, racconta al Corriere, custodirà per sempre quelle ultime pagine che raccontano l’attività della sua famiglia.
“Matteo ha gestito l’alimentari del paese sopravvissuto per oltre mezzo secolo. Ora ha deciso di chiuderlo. I cittadini lo ringraziano così.
Lavoro in un piccolo negozio di alimentari fondato da mio padre 55 anni fa. Ci ha lavorato anche mia madre, ha dato da vivere a tutta la famiglia.
Ogni giorno mi svegliavo, alzavo la saracinesca e accoglievo i clienti. Era bellissimo.
Dopo tanti anni però ho deciso di chiudere: la concorrenza delle grandi strutture è spietata. Non reggiamo più.
Così, con un groppo in gola, ho comunicato questa decisione ai clienti con una lettera d’addio, qualche parola per ricordare i momenti vissuti insieme.
L’altra mattina mi sono svegliato, davanti alla porta c’era una scatolone con centinaia di lettere scritte a mano. Pagine colme di ricordi e di nostalgia.
C’è chi ha scritto di quando veniva da bambino e mio padre gli regalava una caramella, chi confida che i nostri piatti gli avevano risolto più di una serata.
Clienti vecchi e nuovi ringraziavano la mia famiglia per aver resistito tutti questi anni, contribuendo a mantenere vivo il centro.
È stato un gesto bellissimo che mi ha riempito di orgoglio, dimostra che è ancora possibile creare un legame affettivo tra un territorio e le sue imprese”.