Nel giorno di Pasqua ha soccorso in strada un bambino di due anni, gravemente ferito in un incidente.
Lo ha trattato come un paziente, e come un figlio.
A distanza di un mese, il piccolo non ce l’ha fatta.
Per dare un senso al dolore, Giorgio gli ha dedicato queste parole piene d’amore.
“Ho visto l’incidente, tu eri a terra, i tuoi genitori urlavano. Mi sono fermato per aiutare: non respiravi e il tuo cuore non batteva.
In quel momento eri un paziente e un figlio. In ospedale cerco di non piangere, ma con te non mi sono trattenuto.
Ho detto al tuo papà di tenerti la mano. Ci siamo fatti forza a vicenda fino all’arrivo dell’ambulanza.
Ce l’ho messa tutta per salvarti, massaggiandoti e ventilandoti senza sosta per venti minuti.
E tu ci hai messo del tuo: il tuo cuoricino ha ripreso a battere con forza.
Tutto sembrava andare per il meglio, ero davvero fiducioso che ti saresti ripreso. Ho pensato che fortuna che passavo di lì.
Non sai cosa avrei dato per salvarti e un giorno poterti abbracciare. O guardarti giocare, correre, saltare.
La mia unica consolazione è aver donato a te e ai tuoi genitori del tempo in più per stare insieme.
Sono certo che abbiate fatto un bel pieno d’amore. Il tuo pediatra, Dott. Giorgio”.