Lei è Elisabetta. Ha 30 anni. È in vacanza dai genitori a Cutro, in Calabria. Si gode il mare con il compagno e la figlia di due mesi. È mezzogiorno. È seduta a tavola, parla, ride, d’improvviso sente un urlo. Sua madre è riversa sulla culla, le mani tra i capelli. La bambina ha le labbra viola, gli occhietti sbarrati. Elisabetta vorrebbe aiutare la figlia, fare qualcosa ma non sa cosa, come. È terrorizzata. La madre resta calma. Appoggia la nipotina sulla spalla, le dà dei colpetti, la adagia a testa in giù, poi di nuovo su. Elisabetta grida. Fermati, le fai male! Si slancia in avanti nell’istinto di proteggere la figlia. Lo sguardo concentrato della madre la fa tornare lucida. Non le sta facendo del male, sta praticando le manovre di primo soccorso. Elisabetta si conficca le mani nel viso, si sente impotente, prega. I soccorsi stanno arrivando, ma il visino della piccola diventa sempre più nero. Invece di aspettare si infilano tutti in macchina e vanno incontro all’ambulanza. La madre di Elisabetta continua a ripetere le manovre, ancora e ancora, instancabile. Sembra in trance. Elisabetta la guarda incredula. Raggiungono l’ambulanza e volano al pronto soccorso. I medici prendono la bambina e spariscono dietro una porta senza dire nulla. Elisabetta batte i pugni sul muro, si aggrappa al compagno, rischia di impazzire. Passa l’ora più lunga della sua vita. Poi compare un medico. Signora, vostra figlia è fuori pericolo, per fortuna avete praticato il primo soccorso così a lungo, altrimenti non ce l’avrebbe fatta. Elisabetta guarda la madre. Forte, lucida, una roccia. Si getta tra le braccia della sua eroina. Grazie mamma. Passano cinque giorni. Elisabetta porta a casa la figlia. La piccola Francesca soffre di un brutto reflusso, va tenuta sotto controllo, ma sta bene. Elisabetta invece non si dà pace. Vuole essere forte e pronta a tutto, come sua madre Maria. Fa un corso con il compagno e impara quelle manovre che ogni genitore dovrebbe conoscere.
Aiuto, la bambina soffoca. La nonna le salva la vita
Elisabetta sta pranzando, la figlia di due mesi dorme nella culla, d'improvviso le labbra diventano viola, non respira! Elisabetta è impietrita, la nonna resta lucida...
Altre storie simili:

Uccise il padre violento per difendere la madre, rischia 14 anni di carcere
Alex era stato assolto in primo grado per legittima difesa, la procura ha fatto ricorso.

Quella donna gridava e piangeva: stava partorendo nel mio taxi
Giovanni è riuscito a mantenere la calma, il piccolo è nato sui sedili. Sta bene.

Papà mio, amore mio, diceva il piccolo Giuseppe Di Matteo mentre i falsi poliziotti lo portavano via
Lui è Giuseppe. Nasce nel 1981 a Palermo. Ama i cavalli, fa equitazione. Il padre si chiama Santino Di Matteo. È un mafioso, faceva parte di Cosa Nostra prima di